Liquidità, Giordano (UniCredit) in Commissione banche espone i dati relativi ai finanziamenti previsti dai decreti: “il trend è in crescita”

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Moratorie. Compensazioni. Prestiti sopra e sotto i 25 mila euro, ora diventati 30 mila con le modifiche del Dl. Liquidità in sede di conversione in legge. Questi sono alcuni dei temi trattati nella recente audizione della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario, quella del 7 luglio scorso, con Unicredit, qui in video (clicca qui per le altre audizioni).

«Il trend sull’attuazione delle misure citate, nel corso dell’audizione con Banca d’Italia dell’11 giugno scorso, è apparso in crescita», introduce la presidente della bicamerale Carla Ruocco (M5S). «Nonostante si registrino tali miglioramenti – continua la presidente –, occorre favorire il più possibile l’attuazione da parte del sistema finanziario delle misure varate dal Governo a sostegno delle famiglie e delle imprese».

La Commissione si è infatti riservata di analizzare le misure dei decreti Cura Italia e Liquidità poste in essere da Unicredit, uno dei primi gruppi italiani del credito. Francesco Giordano, Co-Head Commercial Banking Western Union del Gruppo Unicredit Spa, tiene subito a precisare che «l’attivo al primo semestre del 2020 è di 872 miliardi di euro». Traguardo che nel 2019 ha abbassato il capital requirement del gruppo – ovvero il coefficiente di adeguatezza patrimoniale delle attività ponderate per il rischio – di 25 punti percentuali.

Ma venendo alle misure prese dalla banca per fronteggiare la crisi di liquidità, Unicredit – fa sapere Giordano – già dal 24 febbraio aveva varato un pacchetto di emergenza per le sette Regioni più colpite dal Covid. Tra queste misure ci sono: la sospensione per 6 mesi del pagamento delle rate dei mutui; la proroga delle linee import fino a 120 giorni per sostenere le filiere di approvvigionamento del Paese. Commissioni a costo zero sui prelievi da circuiti bancomat e presso gli Atm di Unicredit nelle zone rosse.

Per quanto riguarda invece l’attuazione dei decreti Cura Italia (n. 18 del 2020) e Liquidità (n. 23 del 2020), l’istituto di credito ha attuato un processo “fast” che gli permette di erogare i finanziamenti prima ancora che la domanda sia deliberata dal Fondo di Garanzia. Al 30 giugno, per i prestiti sotto i 30 mila euro, Unicredit si è vista arrivare 90.640 domande, di cui 78.192 accolte e 70.676 erogate per una ammontare di 1,447 miliardi. Solo 625 domande sono state declinate causa delibera creditizia negativa (stato di insolvenza o sofferenza).

Dei prestiti sopra ai 30 mila euro (art. 13 del dl. 23/2020), al 30 giugno sono state presentate 13 mila domande di cui 7.974 accolte e 2.810 erogate. 119, invece, quelle declinate. In totale i finanziamenti previsti dai decreti hanno emesso liquidità da Unicredit per 3,1 miliardi di euro.

Per la rinegoziazioni del debito (ex dl. 23/2020, art. 13, lettera e), delle 5.331 domande presentate 2.869 sono state accolte; 1.470 sono in fase di elaborazione. Erogate solo 458. Le domande ritirate dal cliente, invece, ammontano a 950.

Le compensazioni di posizioni creditizie esistenti con la banca si sono verificate «solo nel 14% degli importi erogati», assicura Francesco Giordano. Sono invece avvenute compensazioni nel 7% dei casi per prestiti sotto i 30 mila euro. In ogni caso, fa sapere il co-responsabile del gruppo Unicredit, la banca ha adottato tutte le misure affinché non avvenissero compensazioni automatiche.

Il time to cash, il tempo di erogazione del finanziamento, è in media di 14 giorni per i prestiti sotto i 30 mila euro. Ma questo dato comprende lo smaltimento di tutte le pratiche precedenti. Il tempo medio del solo mese di giugno, ad esempio, si è attestato a 6,5 giorni. Sopra i 30 mila, invece, i tempi si dilatano. Il time to cash è intorno ai 23 giorni.

Numeri, questi, che indignano il senatore veronese Massimo Ferro (FI). «Ci sono criticità», annota. Ma Giordano spiega che per i finanziamenti sopra i 30 mila euro è richiesta un’istruttoria creditizia. «Noi le eroghiamo sotto nostra responsabilità» – spiega il manager – , ma dopo serve comunque una conferma dal Fondo di Garanzia. «Inevitabilmente i tempi si allungano in maniera importante», conclude.

Un’altra osservazione che Ferro fa sulla relazione depositata in Commissione dal gruppo di credito riguarda i dati relativi al settore della ristorazione e quello alberghiero, in lieve ripresa. «Gli italiani hanno accolto l’invito ad aiutarsi reciprocamente, visto che i turisti non ci sono», nota il senatore veneto. E Giordano concorda. Esprime anche lui un «cauto ottimismo», vista la «timida ripresa nei settori più esposti». La situazione è dura, ma «nei settori importanti non ci aspettiamo un tracollo», precisa.

Il senatore Daniele Pesco (M5S), invece, interroga Unicredit sui tassi di interesse. «È possibile fare un confronto tra gli interessi chiesti prima e dopo i decreti?», chiede. Giordano risponde:«la norma prevede che il pricing sia uguale o inferiore a quello senza la garanzia, incluso il costo della garanzia stessa». Gli organi competenti, asserisce Unicredit, si assicurano comunque che questa condizione sia rispettata.


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