L’anatomia degli orrori, Il Fatto Quotidiano: al Centro del dono dei corpi a Parigi cadaveri come cibo per topi

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A Parigi corpi come cibo per topi
A Parigi corpi come cibo per topi

Sul macabro scandalo che ha coinvolto la prestigiosa facoltà di medicina dell’università Paris-Descartes, nel cuore del Quartiere Latino, la procura di Parigi ha aperto un’indagine. La vicenda era stata rivelata lo scorso novembre da L’Express. Il settimanale aveva allora descritto l’impensabile: per anni centinaia di corpi donati alla scienza sono stati conservati in “condizioni pietose” nei locali del Centro del dono dei corpi (CDC), un istituto di anatomia, il più grande in Francia, creato nel 1953 al quinto piano dell’ateneo parigino, in rue des Saints-Pères. Stiamo parlando del “tempio della medicina in Francia”, aveva scritto L’Express. Il giornale, appoggiandosi sulle foto e le testimonianze degli impiegati del CDC, aveva parlato di “carnaio”.

L’articolo descriveva i locali vetusti, le celle frigorifere con le porte arrugginite, che chiudevano male, il sistema di aerazione non funzionante. In queste sale, in un caldo “spaventoso” e l’odore “pestilenziale”, corpi smembrati, nudi o appena coperti, erano accatastati uno sopra all’altro, chiusi dentro delle buste della spazzatura, posati per terra, mangiati dai topi e dalle mosche. Il giornale ha avuto accesso a foto “insostenibili per lo sguardo” e che ha scelto di non pubblicare “per rispetto dei defunti e delle famiglie”. “L’impressione è di essere nel XIX secolo o nel Rinascimento”, aveva detto una fonte. Degli impiegati del CDC descrivevano pavimenti talmente “ingrassati” da non poter neanche più essere puliti.

Alcuni docenti di medicina dicevano di aver lavorato con cadaveri già in stato di decomposizione. Un orrore insomma, che però andava anche oltre. L’Express aveva infatti portato alla luce anche dei traffici illeciti di organi e di membra, venduti a medici o a aziende private, in violazione di tutte le norme etiche, per effettuare esperimenti o crash-test. Stando al giornale il CDC fatturava fino a 900 euro per un corpo. Circa 600 corpi di uomini e di donne sono donati ogni anno dalle famiglie all’università Paris-Descartes. Se i francesi hanno scoperto la macabra vicenda solo alcuni mesi fa, l’allarme era stato lanciato già da molti anni e a più riprese. Nel 2013 era stato segnalato che le celle frigorifere non erano a norma. Dal 2014 era stata segnalata la presenza dei topi. Nel 2016 il direttore del CDC dell’epoca, Richard Douard, aveva consegnato un documento esplosivo, con tanto di foto, all’allora presidente dell’università, Frédéric Dardel.

Eppure tutte le segnalazioni erano state ignorate. In un recente comunicato, l’ateneo parigino, presentando le sue scuse alle famiglie, ha ricordato che a fine 2017 sono stati stanziati 7,5 milioni di euro e votato un “vasto piano di lavori”, che hanno preso il via nel 2018 e che dureranno fino al 2023. Nel frattempo le sale sono state “bonificate” e molti corpi cremati, spesso all’insaputa delle famiglie.

Dopo le rivelazioni di L’Express, la ministra dell’Insegnamento superiore, Frédérique Vidal, ha ordinato la chiusura del Centro del dono dei corpi per far ispezionare i luoghi. A marzo la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta preliminare per “violazione della dignità di cadavere”. Un’ottantina sono le denunce sporte fino a oggi.

A giugno, un rapporto molto severo dell’Ispezione generale per gli affari sociali ha confermato la maggior parte dei fatti, puntato il dito contro “gravi carenze etiche” nella gestione del CDC e accertato le responsabilità della precedente direzione dell’ateneo: “Questi fatti gravi – è scritto nel rapporto citato da Le Monde, e che il ministero non ha voluto diffondere – si sono realmente verificati. Le autorità dell’università erano state allertate e non sono intervenute prima del 2018 malgrado i documenti, le fotografie e i rapporti interni”.

La vicenda appresa dalla stampa è stata uno shock per le famiglie che per anni hanno donato le spoglie dei loro cari, fidandosi del prestigioso ateneo, ignari di come sarebbero state conservate e trattate. Alcuni mesi fa si sono riunite in un’associazione, “Charnier Descartes, justice et dignité”. Per la sua vice-presidente, Laurence Dezélée, l’apertura di un’informazione giudiziaria adesso “è una vittoria.

Questo significa – ha osservato – che ci sarà un processo e che i responsabili verranno giudicati”. Da parte sua l’attuale presidente dell’università, Christine Clerici, ha fatto sapere in un comunicato che l’ateneo si costituirà parte civile. “L’immagine dell’università è stata intaccata – ha detto il legale dell’ateneo, Patrick Maissoneuve – l’attuale presidenza si associa all’iniziativa delle famiglie”.