Il direttore di VicenzaPiù al “capogruppo (unico?) in consiglio comunale a Schio”: fuorilegge chi non si riconosce nella Costituzione antifascista

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La Costituzione è anti fascista, anche a Schio
La Costituzione è anti fascista, anche a Schio

È innegabile che ogni anno, con la “scusa” della commemorazione dell’eccidio di Schio, in questa cittadina si tengano manifestazioni pro e contro i partigiani. I partigiani e non chi è stato ucciso nell’episodio avvenuto il 7 luglio 1945 e che dovrebbe essere letto e capito tenendo conto del periodo nel quale è avvenuto. Un paese martoriato dalle violenze brutali dei nazifascisti, dalle deportazioni (ricordiamo che a Schio in quei giorni tornò un unico sopravvissuto dai campi di sterminio), dalle leggi razziali emanate dal fascismo… Il contesto nel quale avvenne l’eccidio di Schio era, molto probabilmente e altrettanto chiaramente, quello di una volontà di vendetta di fronte a una giustizia che non veniva attuata.

Detto questo, non si tenti di confondere quanto da troppi anni succede a Schio. Il “ricordo” dell’eccidio viene strumentalizzato da personaggi e organizzazioni neofasciste che fanno sfoggio, nell’occasione, di gesti, slogan e quant’altro ascrivibile al periodo più cupo del ventesimo secolo nel nostro paese: il fascismo.

A queste manifestazioni (esse si legate a un revanscismo antistorico) si oppone una parte di giovani e meno giovani che con ostinazione rivendicano una cosa molto semplice: il fascismo è stato sconfitto anche grazie alla presa di coscienza e alla lotta armata dei partigiani che hanno permesso al nostro paese di riconquistare quella dignità che il fascismo, vassallo dell’occupante nazista, aveva cancellato.

Che si voglia o no, chi scende in piazza lo fa per ribadire che l’antifascismo è ancora e sempre attuale. Specialmente nel periodo storico che stiamo vivendo. Sono gli antifascisti dalla parte della Costituzione, non certo personaggi che, pur avendo giurato su essa nel momento di assumere incarichi istituzionali, non perdono occasione di umiliarla con gesti che richiamano alla loro “fede fascista”.

Dimostra alcune cose la “lettera aperta al direttore” (chi vuole conoscerne i dettagli la legga qui), inviata a raffica, immaginiamo, a tutti i direttori dal “Capogruppo in Consiglio Comunale a Schio“, che con questa auto definizione firma anche la sua ignoranza (capogruppo di quale gruppo oppure Cioni, ex “seguace” di Berlato, ora coerente “segugio” dei suoi nemici/avversari/camerati Donazzan e Conte, sogna che in Comune ci sia solo un gruppo come ai tempi delle camicie nere e dei manganelli?).

In essa (ve ne evitiamo per carità di… patria i passaggi auto celebrativi, che sanno tanto di propaganda prebellica, e vittimistici, non proprio da duri e puri di allora, e andiamo al succo, se di succo si può parlare in questo caso) si sostiene che la colpa delle tragedie e delle stragi avvenute durante l’occupazione nazifascista dell’Italia o subito dopo è solo dei partigiani. Probabilmente si vuol far credere, seguendo la vecchia propaganda fascista, che i partigiani fossero “banditi” e non i liberatori dall’incubo nazifascista. Non c’è alcun cenno, nella lettera, alle stragi fasciste e naziste che sono avvenute nel nostro paese e nel vicentino. Niente. Da essa si evince che i “giusti” furono i fascisti, torturatori, assassini e, di fatto, antiitaliani.

La propaganda continua con il concetto di riconciliazione per la quale, sostiene il Cioni, si continuerà a operare. Ma quale riconciliazione può essere possibile se si tace delle nefandezze prodotte dal fascismo che non si limitano a qualche “delitto” ma erano caratteristica imprescindibile di un sistema razzista, discriminatorio, terrorista? L’unica riconciliazione possibile è scritta nella Costituzione antifascista del 1948. Una costituzione democratica proprio perché “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.

Gli antifascisti a Schio non vogliono ostacolare la “pietas umana” o la deposizione di fiori in cimitero. Vogliono solo che la Costituzione venga attuata.

E noi, riferendo delle elucubrazioni del Capogruppo unico in Consiglio Comunale a Schio che scopriamo che sa parlare anche cinese, sottolineiamo che proprio questa Costituzione consente, anche a quanti ne hanno di aberranti, di esprimere, comunque, le proprie opinioni, ma obbliga tutti coloro che nella Costituzione si riconoscono ad avere una sola cosa in comune: l’antifascismo!

Quelli che non ce l’hanno, lo diciamo in italiano non in cinese, sono dei fuorilegge.


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