La Corte di Giustizia dell’Unione Europea questa settimana ha respinto il ricorso (qui la sentenza, ndr) presentato da alcuni soci della Banca Popolare di Sondrio contro le norme che impongono la sua trasformazione da cooperativa in Spa così come avvenuto per quasi tutte le altre dieci popolari interessate inizialmente alla riforma Renzi del 2015 che riguarda quelle con attivi superiori agli otto miliardi divenute poi undici con Volksbank di Bolzano dopo la fusione attuata con Marostica.
Al 31 dicembre 2014 superavano, quindi, la soglia Banco Popolare, Ubi, Bper, Popolare di Milano, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Credito Valtellinese, Popolare dell’Etruria e del Lazio, Popolare di Bari e Popolare di Sondrio,
Mentre sette di questa banche si adeguavano alla legge del governo Renzi fortemente sponsorizzata da Banca d’Italia, con effetti, secondo alcuni, dirompenti specialmente per BPVi e Veneto Banca alle prese già con altri problemi (in buona parte interni la prima e, soprattutto, esterni la seconda), Banco Popolare e Popolare di Milano, poi, di fatto dovevano confluire in un istituto unico, Banco BPM, operazione che ora Intesa Sanpaolo sta provando a ripetere, dopo aver fatto un sol boccone delle due venete, ad incorporare Ubi, in cui era confluita Etruria, con un’Ops che avrà ricadute anche su Bper, che ne acquisterà circa 500 sportelli..
La Popolare di Bari, ora messa in sicurezza dallo Stato, Volksbank e, appunto, la Popolare di Sondrio, rinviavano, invece, l’attuazione della trasformazione in Spa in attesa proprio della sentenza di cui parliamo, che, a questo punto, le obbliga a percorrere la stessa strada intrapresa con alterna (s)fortuna dalle altre.
Vogliamo parlare della sentenza e di alcuni suoi aspetti, quindi, con l’On. Pierantonio Zanettin, deputato veneto componente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche e sul sistema finanziario, avvocato, già membro laico del Csm ed ex socio della Banca Popolare di Vicenza.
Come interpreta la sentenza della Corte UE, on. Zanettin?
La Banca Popolare di Sondrio è una delle ultime grandi popolari che non si sono ancora trasformate in Spa. La decisione della Corte toglie gli ultimi argomenti a chi ha cercato di bloccare questo processo.
Anche questo istituto, peraltro già quotato alla borsa di Milano, si avvia entro breve a trasformarsi in società per azioni e credo sia un bene per tutti.
Ormai il voto capitario, caratteristico delle cooperative come sono le Popolari e la cui cancellazione è l’effetto principale della trasformazione in “normale” spa, è anacronistico in grandi istituti di credito che operano di fatto non a livello locale ma a livello nazionale e amministrano miliardi di attivi.
Non ha alcun senso che, in assemblea, il voto di Warren Buffett, titolare di un consistente pacchetto azionario, abbia lo stesso peso di quello di una casalinga, che ha sottoscritto un’unica azione.
Ma perché allora Giuseppe De Lucia Lumeno, segretario generale di Assopopolari, dice invece che la sentenza “ribalta” la riforma del 2015?
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