Lavoro nero in agricoltura, Pasetto (+Europa): “favorire regolarizzazione degli immigrati e sostenere contoterzismo”

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“L’agricoltura è chiamata a una profonda accelerazione verso la digitalizzazione, l’agricoltura di precisione e l’uso di strumenti tecnologicamente avanzati, dall’Internet of Things all’Intelligenza Artificiale, con due obiettivi, prevalentemente: abbattere le irregolarità nel mondo del lavoro e rispondere alle esigenze di sostenibilità che la strategia europea Farm to Fork richiama”.

A dirlo in una nota è Giorgio Pasetto, coordinatore +Europa Verona e candidato capolista di +Veneto in Europa alle prossime elezioni regionali, alla luce dei dati diffusi dalla Flai Cgil Veneto e Verona, in base ai quali sul territorio veneto sarebbero 10mila i lavoratori agricoli irregolari, dei quali ben 5mila a Verona.

“È diventato urgente per la difesa dei diritti degli ultimi, per l’emersione del lavoro nero e la lotta al caporalato – incalza Pasetto – sostenere il percorso di regolarizzazione in un comparto centrale per l’economia scaligera e veneta, come è appunto l’agricoltura. Non si può parlare della qualità e dei valori del Made in Italy se poi, anche nella civilissima Verona, ci sono 5mila lavoratori irregolari che sono illegalmente occupati nel lavoro della terra”.

L’altro motivo che impone una forte modernizzazione dell’agricoltura verso precision farming e strumenti di agricoltura digitale in grado di migliorare l’efficienza produttiva sono gli obiettivi di sostenibilità economica, ambientale e sociale e di contrasto agli effetti del cambiamento climatico.

“La risposta per entrambe le esigenze risiedono in un forte impulso al contoterzismo, che già oggi in Veneto è utilizzato da 7 aziende agricole su 10, secondo gli ultimi dati diffusi da Veneto Agricoltura – osserva Pasetto -. Se vogliamo dunque avere un’agricoltura più digitale, più produttiva, in grado di salvaguardare il suolo, l’ambiente, il paesaggio e, allo stesso tempo, ridurre il numero di occupati irregolari nel settore è fondamentale concludere il percorso di riconoscimento professionale delle imprese agromeccaniche all’interno del mondo agricolo, come da tempo chiede Gianni Dalla Bernardina, veronese e presidente nazionale della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani”.

Il ricorso di macchine e mezzi agricoli anche in colture oggi a basso impatto di meccanizzazione, come possono essere le operazioni di raccolta della frutta, consentirebbe infatti di ridurre la manodopera e di ottimizzare i processi, velocizzandoli e migliorando la stessa sicurezza alimentare. “Se non riconosceremo piena dignità al contoterzismo, sostenendo il percorso di innovazione – conclude Pasetto – ci ritroveremo ad aggiungere, accanto al lavoro nero, una minore sostenibilità e un arretramento della competitività”.

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