Si sono concluse le indagini sul secondo filone di inchiesta che vede Miteni (con i propri dirigenti) assieme ai manager della società lussemburghese International Chemical Investors tra gli accusati. “Da apprezzare particolarmente – affermano in un comunicato le 4 società idriche coinvolte come parti civili con i loro avvocati Angelo Merlin, avvocato Marco Tonellotto e Vittore d’Acquarone per Acquevenete, Acque del Chiampo, Acque Veronesi e Viacqua -è stata la rapidità con la quale i magistrati hanno operato pur in presenza di difficoltà operative oggettive causate dall’emergenza Covid”.
“Perché è importante questa inchiesta? Perché confermerebbe quanto sempre sostenuto dalle società idriche – Viacqua, Acquevenete, Acque Veronesi e Acque del Chiampo – ossia che le condotte di inquinamento ambientale si sono protratte oltre il 2013, data di riferimento della chiusura del primo filone d’inchiesta, e quindi concretizzando anche fattispecie criminose previstedalla c.d. legge sugli Ecoreati. È un passo importante nell’accertamento di responsabilità gravi sul piano ambientale e sanitario che hanno causato ingenti danni cui, come è noto, proprio le società idriche hanno tempestivamente posto rimedio con misure eccezionali, urgenti ed estremamente onerose”.
“Anche in questo secondo procedimento, come già in quello che vede coinvolta Mitsubishi, qualora il GUP disponesse il rinvio a giudizio, le società idriche non mancheranno di costituirsi parte civile, per i reati ambientali contestati, nell’interesse dell’accertamento di una piena verità” conclude il comunicato.