Troppe feste e troppi contagi, dopo le discoteche il governo pensa di chiudere…la Sardegna

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Sardegna

Secondo indiscrezioni ministeriali la regione rischia di essere isolata. Le autorità sanitarie dell’isola: «Nessun caso è nato qui, il virus è d’importazione»

di Alberto Pinna e Clarida Salvatori sul Corriere della Sera del 20/08
Coronavirus in Sardegna, da isola Covid-free al rischio «chiusura»: i contagi tra feste e vacanze

CAGLIARI – In poche settimane la Sardegna da Covid Free — così proclamava con orgoglio il governatore Solinas — a regione che diffonde il contagio in mezza Italia e rischia, da indiscrezioni ministeriali, di essere isolata. Il bollettino dell’epidemia è chiaro: 37 contagi in un giorno, si è ritornati ai livelli di aprile e ai tempi del lockdown, quando però era la Regione a chiedere l’alt agli imbarchi sui traghetti e in aereo mentre ora, soprattutto dal Lazio, si sollecitano misure che evitino l’esportazione dall’isola del Covid 19.

Con 37 casi la Sardegna, in rapporto alla popolazione, è la regione col più alto indice d’Italia e quella che più sta esportando il virus: «Il 30% dei nostri casi, età media fra i 18 e i 34 anni — dicono dalla Regione Lazio — è di persone arrivate dall’isola».

Due i focolai principali: le discoteche in Costa Smeralda e il villaggio vacanze nell’isola di Santo Stefano, dove 470 fra turisti e personale sono in quarantena (conclusi i tamponi: ci sono 26 positivi) e ci rimarranno non si sa quanto ancora (Franco, milanese: «Siamo in una prigione dorata, mare bellissimo, mascherine ovunque, ma nessuno ci dice quando potremo andar via e c’è un po’ di nervosismo»). Ma se almeno per i «prigionieri» del resort si ha una ragionevole probabilità che il contagio non esca dall’arcipelago della Maddalena, per i 70-100 giovanissimi che hanno veicolato il virus a Portorotondo e Porto Cervo — tutti amici romani — la situazione è ormai fuori controllo.

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