Taglio dei parlamentari al voto, Silvia Covolo (Lega): “io voto sì ma servirà altro per ridurre i costi. Col taglio il parlamento attuale andrà sciolto”
Silvia Covolo, deputato vicentino oltre che amministratore locale della Lega, interviene nel nostro dibattito sul referendum costituzionale del 20 e 21 settembre riguardante il taglio dei parlamentari, per la precisione di 230 deputati su 630 e di 115 senatori su 315 (con il Sì si approva, con il No si boccia e non c’è alcun tipo di quorum né di partecipanti al voto né di voti pro o contro).
La sua posizione come parlamentare leghista è particolarmente interessante in quanto il suo partito, che ha votato per la riduzione, ora per bocca del suo leader, Matteo Salvini, che conferma il suo personale e “coerente” Sì, apre, però, alla “libertà di coscienza” e non dà indicazioni di voto.
La nostra posizione è in linea con il voto favorevole espresso alla Camera e al Senato sulla proposta di legge di revisione costituzionale, quindi il gruppo Lega continuerà a sostenere il si. Sono però convinta che non sia sufficiente la riduzione del numero di Deputati e Senatori, perchè occorrerà lavorare sui regolamenti interni per rendere più veloce lo svolgimento dei lavori parlamentari, inutilmente dispendiosi.
La questione della riduzione dei costi è stata il grimaldello popolare, o populista faccia lei, usato per approvare la legge ma non appare di per sé così significativa se non per un suo effetto “simbolico”
Ritengo che il vero risparmio di spesa si possa conseguire soltanto con la riorganizzazione e lo snellimento dell’apparato burocratico, giungendo così ad una vera semplificazione.
Penso infine che, una volta concluso l’iter della riforma costituzionale all’esito della consultazione referendaria, il Parlamento con i numeri attuali non sarà più rappresentativo, e il Presidente della Repubblica dovrebbe prenderne atto, sciogliendo le Camere.
Qui torniamo sulla questione politica che vede l’eventuale prevalenza dei no con la conferma del taglio dei parlamentari come una sconfitta del “socio” di maggioranza di governo, quel M5S che dell’attacco ai privilegi della casta, ottenibili però anche con tagli ai loro emolumenti piuttosto che al loro numero, ha fatto una delle sue bandiere elettorali nel 2018.
Il risultato delle elezioni regionali, con la probabile vittoria del centro destra, potrebbe al tempo stesso indicare che questo Governo non è più espressione della volontà della maggioranza degli italiani, costituendo un incentivo in più per andare al voto il prima possibile.
Il 20 e 21 settembre assume, quindi, anche per Silvia Covolo e per la parte riguardante il referendum quel significato politico che diede Renzi alla precedente consultazione popolare che si era intestata ma che, con la bocciatura popolare della sua riforma che prevedeva anche una riforma del Senato e il taglio dei parlamentari, mandò a casa l’attuale leader di Italia Viva.
Che la Lega voglia fare altrettanto con gli ex alleati pentastellati è facile immaginarlo anche se non sappiamo quanti saranno i parlamentari contenti del taglio della loro possibilità di essere rieletti.
Covolo ci ha messo al faccia, un test per i suoi colleghi potrebbe essere anche quello di quanti si esprimeranno e lavoreranno per… tagliarsi.
Qui gli interventi da oggi in poi sul referendum per il Taglio dei parlamentari
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