Regionali, autonomia tema caldo in Veneto: ma polemiche su liste “indipendentiste”

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L’autonomia e addirittura l’indipendenza del Veneto dopo il culmine degli anni ’90 tornano temi caldi per le prossime regionali del 20 e 21 settembre. Mentre la Lega ha ormai il volto nazionalista di Matteo Salvini, la lista di Luca Zaia, governatore uscente e probabilmente, stando ai sondaggi, rientrante, che ha fortemente voluto il referendum sull’autonomia, in caso di pesante affermazione dovrà per forza di cose tornare prepotentemente a ‘tirare il governo per la giacchetta’ su questo tema. Intanto ha ripristinato la ‘Liga Veneta’, da anni annichilita dai compagni di partito lombardi. Ma su questa lista il movimento indipendentista ‘Veneto Serenissimo Governo’ getta diverse ombre e perplessità in una nota: “e andate a vedere nello specifico troverete di tutto: chi era consigliere del ministro Vannino Chiti (governo Prodi), da chi era vicesindaco, meglio noto come “Toni carega”, il quale collaborava con Cacciari e Poli, e beffava i suoi amici “indipendentisti” per uno sgabellino a Palazzo Ferro Fini, dai nepotisti del nordovest veneto, che candidano e candidavano alle poltrone di Roma e del Veneto compagne, amici e affini, da chi faceva le barricate con forconi e bandiere tricolori, rilasciando dichiarazioni insultanti contro il nostro popolo; poi ci sono altri che tentano di trovare qualche buchino per partecipare alla sagra”.

“Non si pretende che uno non debba modificare le proprie idee o convinzioni, sarebbe contro i principi della dialettica e del materialismo storico, e si sconfinerebbe nell’idealismo e nella
mefistofelica metafisica. Il problema è che questi “signori” sono la massima espressione della
metafisica, rappresentata da un obbiettivo inamovibile, assoluto e permanente: usare l’indipendentismo e la bandiera marciana, il più alto simbolo del popolo veneto, per accaparrarsi con annessi e connessi una qualsiasi carega, più o meno remunerata dallo stato centralcolonialista, e dare un senso – prosegue la nota – al loro inutile sopravvivere politico”.

Fuori dall’orbita zaian-leghista si candida, come proposta di partito territoriale, Antonio Guadagnini con il suo “Partito dei Veneti”. Una curiosa e innovativa idea di federalismo di sinistra è invece proposta da ‘Sanca Veneta’, che appoggia la candidatura di Arturo Lorenzoni, appoggiato anche dal Partito Democratico che, essendo al governo, potrebbe concedere l’autonomia al Veneto (5Stelle permettendo). C’è poi l’ex senatrice dem Simonetta Rubinato con il suo “Veneto per le autonomie”. Insomma una varietà di liste autonomiste ognuna delle quali rivendica di essere più autonomista delle altre. Staremo a vedere cosa questo comporterà sul panorama politico veneto.

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