Scuole e graduatorie provinciali per le supplenze, Cgil: tempi strettissimi e malfunzionamenti del sistema

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Scuola, una classe vuota: solo fisicamente?
Scuola, una classe vuota: solo fisicamente?

“La fase di presentazione delle istanze di inserimento nelle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) è stata caratterizzata da tempi strettissimi (solo 15 giorni) e malfunzionamenti del sistema, con modifiche significative alla piattaforma in corso d’opera. Oltre alle difficoltà segnalate da tanti aspiranti, le scuole che stanno collaborando alla validazione delle graduatorie ci segnalano numerose disfunzioni ed errori, soprattutto nella valutazione dei servizi”. Lo rende noto la Flc Cgil.

“Tuttavia – scrive il sindacato in una nota – l’ordinanza ministeriale n. 60 che ha regolamentato l’istituzione delle GPS prevede che le graduatorie vengano pubblicate e diventino immediatamente definitive, impugnabili, quindi, solo mediante ricorso al Tar. Non è prevista l’adozione di graduatorie provvisorie e quindi una procedura di reclamo verso i possibili errori materiali. Si tratta di una criticità più volte segnalata e di una disposizione che non ha precedenti per le graduatorie per le supplenze. L’esclusione di una procedura di correzione, con la previsione di un congruo termine per la presentazione di eventuali reclami, oltre che illogica, sarà foriera di contenziosi che ricadranno sulle scuole, quando alla stipula dei contratti dovranno obbligatoriamente fare i controlli e rescindere eventualmente i contratti in caso di errore”.

Il sindacato conclude: “Abbiamo chiesto che venga fatta immediatamente un’integrazione dell’om 60/20 con l’indicazione di un breve termine per la proposizione da parte di coloro che hanno presentato istanza, di un reclamo stragiudiziale, anche mediante la stessa piattaforma informatica usata per la presentazione delle domande. In caso contrario la Flc Cgil metterà in atto le opportune azioni giudiziarie volte a tutelare le lavoratrici e i lavoratori i cui diritti dovessero risultare pregiudicati”.


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