Batterio killer Verona, sindacato Nursing Up: “basta minacce di morte contro medici”

169
medici

Tre dipendenti dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Verona, nelle ultime ore, sono stati sospesi dal lavoro dal commissario Francesco Cobello per la vicenda dei cento bambini ricoverati in Terapia intensiva neonatale che dal 2015 allo scorso luglio sono stati colpiti dal
Citrobacter, come accertato dalla commissione inviata dalla Regione.

«Una vicenda ai confini della realtà, esordisce in un comunicato Antonio De Palma Presidente nazionale del Nursing Up Sindacato Infermieri Italiani, una triste storia sulla quale la magistratura deve far luce al più presto. Come soggetto che rappresenta i diritti e i doveri della categoria infermieristica, ci sentiamo in dovere, da un lato, dice De Palma, di appoggiare in pieno i provvedimenti messi in atto dalla Procura per chiarire le pesanti responsabilità che aleggiano su episodi che hanno distrutto per sempre la vita di intere famiglie, anche se nessuna indagine, nessuna punizione esemplare, potrà restituire a questi genitori le vite spezzate. Ma nello stesso tempo, continua De Palma, dobbiamo stigmatizzare il clima di
violenza inaudita che da alcuni giorni ha invaso il web contro gli operatori sanitari dell’ospedale veronese, tra cui anche infermieri e non solo medici”.

“Non entriamo nel merito delle indagini, avendo piena fiducia nell’operato della magistratura – prosegue Iannacone di Nursing Up –  ma non possiamo tollerare le minacce di morte nei
confronti dei colleghi, degli operatori sanitari tutti. Questo clima da “caccia alle streghe” non ci porterà da nessuna parte. Risulta soprattutto lesivo per l’immagine di tanti infermieri che ogni
giorno si battono per salvare vite umane. Ci risulta che le intimidazioni in queste ore non stiano perseguitando solo i medici ma anche gli infermieri della terapia intensiva pediatrica e neonatale che al momento sono assolutamente estranei ai fatti. Non siamo solo operatori sanitari, siamo uomini, siamo genitori, padri e madri. Viviamo ogni giorno in prima persona il dolore dei pazienti e dei loro parenti, ma la negligenza di pochi, che ripeto dovranno pagare per gli errori imperdonabili commessi, non sia l’occasione per macchiare un’intera categoria che non merita quanto di scabroso e irripetibile stiamo leggendo negli ultimi giorni sui social
network”.