“Siamo assolutamente contrari alla proposta del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa di riallineare progressivamente le aliquote di accisa di benzina e gasolio a partire dal 1°gennaio 2021. Porterebbe ad una ulteriore discriminazione delle aziende di trasporto italiane rispetto a quelle straniere che vedrebbero aumentare la loro competitività del cabotaggio. C’è poi un aspetto di introiti per lo Stato dato che, di certo, i TIR stranieri si attrezzeranno per non fare gasolio in Italia ed anche gli italiani che vanno all’estero faranno in modo di rifornirsi il più possibile prima di rientrare. Gli unici penalizzati sarebbero quindi gli autotrasportatori che operano prevalentemente in Italia”. Ad affermarlo in comunicato è Michele Varotto, Presidente della Confartigianato Trasporti del Veneto in seguito alla proposta del Ministro emersa nel corso della consultazione pubblica su alcune proposte di legge finalizzate a rimuovere progressivamente taluni sussidi ambientalmente dannosi.
Il gasolio auto beneficia oggi di un’accisa inferiore a quella sulla benzina (0,617 euro/litro, contro 0,728 euro/litro). “Le cose vanno chiamate per quello che sono -prosegue Varotto- è qui stiamo parlando dell’ennesimo inasprimento delle tasse, stavolta camuffato con presunte motivazioni ambientali, delle quali si fatica a trovare il reale fondamento. Innanzitutto è bene chiarire che il trattamento differenziale tra gasolio e benzina non è in alcun modo qualificabile come sussidio. Siamo di fronte infatti a due aliquote di accisa diverse, come diversi sono i due prodotti, sia in termini di prestazioni che di impatto ambientale”.
Il gasolio (grazie anche alla crescente efficienza dei motori) consente di fare più chilometri con un litro e produce minori emissioni di CO2. Il differenziale tra le due aliquote, che si ritrova in tutti gli Stati membri dell’UE (con le sole eccezioni di UK e Belgio), era stato originariamente pensato per promuovere un graduale ricambio dei veicoli verso motorizzazioni con un ridotto impatto sul clima. Gli italiani hanno orientato di conseguenza le proprie scelte di consumo.
“E’ davvero surreale -denuncia Varotto- punire i cittadini che hanno fatto esattamente ciò che gli si chiedeva di fare! E non parliamo solo di trasporto privato: oltre il 95% del parco circolante dei veicoli adibiti al trasporto di merci sono a gasolio. L’incremento delle accise si tradurrebbe quindi in un aumento dei costi di trasporto, con l’inevitabile aumento dei prezzi dei beni di consumo. La tassazione sui carburanti in Italia, peraltro è, nell’Unione Europea, seconda solo a quella del Regno Unito. Gli attuali livelli di accise sul gasolio, inoltre, generano già un gettito sufficiente a controbilanciare gli effetti negativi derivanti dall’utilizzo di questo carburante, come dimostrato da numerosi studi sull’argomento.
Un caso esemplificativo: secondo i nostri studi, le imprese dell’autotrasporto versano molto di più rispetto all’inquinamento prodotto; un camion Euro6 genera un costo esterno pari a 13,1 centesimi di euro, mentre paga di sola accisa netta 40,3 centesimi, pari a oltre un miliardo di euro all’anno”.
“In questa situazione post covid difficile per la nostra economia -conclude il Presidente- inasprire un’imposta che ha per sua natura un effetto regressivo appare non solo politicamente ingiustificato, ma anche economicamente dannoso”.