In questa campagna elettorale si è fatta una “cagnara” contro la delibera della Giunta Municipale di Vicenza che prevede una regolamentazione tecnica del commercio in città. Consiglieri Pidini, hanno portato in Sala Bernarda un kebab per l’assessore competente Giovine candidato alle Regionali, asserendo che dovranno chiudere.
Il Piano commerciale era fermo da anni, voluto in parte dall’Europa, mai concluso dalla Giunta precedente. Come avviene spesso, quando non si ha nulla da proporre, si conclude col termine “fascista” nei confronti di coloro che la pensano diversamente.
Io per esempio preferisco Polenta e Baccalà oppure gran PO – LU poenta e luganeghe in casa.
Dare delle regole precise, facilmente applicabili, deve essere la prima motivazione per un Regolamento adattato per Vicenza che deve e vuole essere città turistica, con la Basilica monumento nazionale, senza per questo essere ostaggio di un commercio (vedi Viale Roma) che vorrebbe trasformare la città in una casbah.
Questo dibattito avveniva 5 secoli orsono.
Il mercato a Vicenza
La vita economica della città, con un vasto giro di affari e commerci si è sempre sviluppata nel centro della città e in Campo Marzio. Le piazze hanno preso il nome dei prodotti messi in commercio piazza delle Erbe, piazza delle Biade, piazza delle Scarpe, contra’ Muscheria e altro. Questa affermazione dei mercanti, affaristi, venditori e bottegai portò a Vicenza un notevole miglioramento del tenore di vita e quindi la ricerca di nuovi spazi. L’Amministrazione Comunale del tempo impone comunque delle regole affinché le varie attività commerciali e artigianali si svolgessero in modo ordinato, con precise indicazioni e misure, ma senza occupare piazza dei Signori. Proprio come avviene ai nostri giorni.
Delibera Archivio Comunale del 24 maggio 1526
ai venditori ambulanti non era consentito:
occupar per alcun modo la piaza publica deputata ad uso della nobeltà, né con balconi, né tavola, né altro impedimento exetuando quelli che vendono el pane quali perhò debbano star fori de la piaza sallezata, ma appresso le colonne fino li serà provisto de altro loco. Li fruttarolli et contadini che vengono con frutti di qualunque sorte, sieno obligati a ridursi ne la piaza dele frute in lo qual loco etiam debba star li lattari al longo del portico, che tutte le donne et homeni che vendono herbe debiano star in ditta piaza comenzando dala collona dela Barbaria in capo del volto et andando in zoso verso la becharia fino ala casa de Hieronimo da Imola sartore. Tutti i venditori pesse, intendendo pescadori ordinarii et quotidiani che vendeno pesse de la valle siano tenuti a star suso le soe banche antique di preda et similmente quelli che conducessero pesse de Venetia che tutti quelli che vendeno naranzi limoni et cedri debiano star a linea in mezo la piaza fra el palazo et le garzerie senza impedimento dele boteghe.nel qual loco etiam star possino quelli de la Riviera de Barbarano che portano olio a vender sì in barile come in zuche che tutti quelli che conducono vino, feno, legne et paglia da vendere siano obligati condur dete robe suso la Piaza de l’Isola a ciò si meta ordine etiam alle femine et altri che portano ciriese, marasche, peri e altri frutti simili at vendere, debiano star in linea in capo del palazo suso la piaza picola dove si vende el pesse minuto