Fir, Villarosa ci crede e “don” Miatello prega. Paragone: il sottosegretario è una inutile bomboniera. Con Ruocco sistema è al sicuro come con Casini?

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Il sottosegretario pentastellato al Mef Alessio Villarosa oggi ha annunciato (per l’ennesima volta, cfr. «“Ritardi del Fir, Villarosa a risparmiatori da risarcire: “chiesto 100% importo domande accettate. Aspetto Commissione tecnica il 1 ottobre”») che il suo ministero e Consap hanno assunto tutte le iniziative di loro competenza per sbloccare e far arrivare finalmente gli indennizzi ai risparmiatori azzerati di BPVi, Veneto Banca, Popolare dell’Etruria, Carife, Banca Marche, CariChieti e altre banche messe in Lca tra il 15 novembre 2015 e il 31 dicembre 2017)

Il sottosegretario, come al solito e da mesi se non anni, ha ostentato ottimismo e ha detto di fatto che è tutto risolto dovendo “solo” aspettare le decisioni della Commissione tecnica, che è, giustamente, altra cosa rispetto a Consap.

Speriamo, pure noi per l’ennesima volta, che sia così affinché le vittime di quelle banche ma, secondo noi, in molti casi soprattutto di un sistema finanziario, guidato in primis da Banca d’Italia e controllato anche da Consob, che nessuno ha il coraggio di chiamare in causa nelle sedi opportune e neanche in quelle mediatiche, comincino a percepire o a completare di percepire se hanno aderito a transazioni precedenti come le OPT delle ex Popolari venete, quel 30% dei disvalori subiti fino a 100.000 euro.

Realizzato l’obiettivo di indennizzi del Fir reali (oggi ancora solo un sogno riservato a 780 domanda convalidate dalla Commissione, 38.282 “istituite” e oltre altre 100.000 di cui ad oggi non c’è notizia) le circa 300.000 vittime del “sistema” potrebbero, se solo ci fossero più associazioni vere a tutelarle e se ci fosse un governo “solidale” con loro nei fatti e non solo a parole, intraprendere un percorso di “rivendicazione”, ardua ma praticabile, per il 100% (come promettevano Di Maio e Salvini nella campagna elettorale del 2018) e non per una misera elemosina per giunta con dei tetti incomprensibili.

Se danno/imbroglio c’è stato non ci può essere un limite al rimborso e chiedere il 100% sarebbe naturale e motivabile, di sicuro politicamente se non anche legalmente, se, magari almeno la ancora assonnata Commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario dovesse prendere in mano la questione, come promise chi spinse per farla istituire alla fine della scorsa legislatura dopo l’azione banda della prima commissione d’inchiesta e trazione (frenata) di Casini.

Toccherebbe alla Commissione Ruocco, infatti, raccogliere e mettere in ordine logico la copiosa documentazione esistente e in gran parte già nota per confermare che a monte dei crac bancari ci sono o ci possono essere responsabilità, tecniche e/o di indirizzo, riconducibili anche, se non preponderatamente, ad organi delle istituzioni economiche dello Stato, che, quindi, ne dovrebbe rispondere.

Con questa premessa, che è una costante per noi che seguiamo dal 2010, a nostre spese, anche giudiziarie, le scelte spesso sconsiderate che hanno portato al dramma delle vittime dirette ancora non indennizzate con quel misero 30% col tetto e all’indebolimento finanziario di intere aree territoriali imprenditoriali, abbiamo chiesto una riflessione sull’annuncio odierno di Villarosa a molti interlocutori, alcuni dei quali, non molti per la verità come sempre accade per questo problema, hanno risposto e di cui vi daremo conto a seguire.

A dare, comunque, il titolo alle risposte pervenute sull’ennesimo annuncio sul Fir, tutte concordi nel lamentare le promesse non ancora mantenute a parte “don” Patrizio Miatello, che da Roma, dove anche oggi era, mostra (o vuole o deve mostrare per indomito ottimismo) più fede nel prossimo di un vero anche se spesso strumentalizzato don, Enrico Torta, c’è, sia pur pesato con la sua “opposizione” alla linea dell’attuale M5S, il senatore ex pentastellato Gianlugi Paragone, mancato presidente barricadiero della Commissione ora gestita da Carla Ruocco forse con la bambagia lasciatale in eredità dal past president Pier Ferdi Casini: “Villarosa più che un sottosegretario, è una inutile bomboniera“.