Il gip del Tribunale di Bari Luigi Lambriola, come riporta Adnkronos, ha emanato un’ordinanza con la quale ha disposto gli arresti domiciliari per cinque persone, compreso l’ex condirettore generale della Bpb, Gianluca Jacobini, nell’ambito delle indagini sul fallimento della Fimco Spa e Maiora Group, società del gruppo Fusillo, motivandola con “la presenza costante dell’imprenditore Fusillo negli uffici della banca, nonché la durata ultraventennale dei rapporti tra la Banca Popolare di Bari e le aziende del gruppo Fusillo”.
Il gip è arrivato a tale decisione in base alle dichiarazioni rese da dipendenti e/o dirigenti dell’istituto di credito “utili a comprendere il ruolo rivestito nell’ambito dell’inchiesta dagli
indagati Gianluca Jacobini, e da Nicola Loperfido, ex direttore Funzione Crediti, anche lui sottoposto ai domiciliari”. Tra i reati contestati, a vario titolo, ci sono la bancarotta
concordataria e fallimentare aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio, che secondo l’accusa sarebbero stati commessi nel periodo dal 2016 al 2019.
È stata disposta anche la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare
l’attività imprenditoriale e professionale per 12 mesi al padre di Gianluca, Marco Jacobini, già presidente del cda della Banca Popolare di Bari, e Vito Fusillo, uno dei principali esponenti del gruppo imprenditoriale omonimo. Tra gli altri destinatari della misura degli arresti domiciliari anche Giacomo Fusillo, figlio di Vito Fusillo, già amministratore delle fallite Fimco Spa e Maiora Group Spa), Salvatore Leggiero (dell’omonimo gruppo immobiliare fiorentino), Girolamo Stabile (rappresentante legale del Fondo di investimento estero Kant Capital con sede a Gibilterra), connesso con l’ex Popolare di Vicenza. A tal proposito infatti sarà sentito martedì 6 ottobre in udienza al processo che si sta tenendo nel capoluogo berico.