Atlantia e, quindi, il suo azionista di riferimento, il gruppo Benetton, si rifiutano al momento di rispettare gli accordi sottoscritti col governo Conte e, quindi, col Paese per cedere il controllo di Autostrade per l'Italia (Aspi), concessionaria di gran parte delle autostrade italiane, tra cui il tratto in cui si è verificato il tragico crollo del ponte Morandi con 43 morti, m 11 feriti, 566 sfollati...
Dopo la scadenza non rispettata del 30 settembre che scadeva ieri, «il governo - si legge tra gli altri su Il Fatto Quotidiano di cui riportiamo a seguire l'articolo - ha deciso di procedere alla revoca della concessione ed entro 10 giorni porterà la decisione in Consiglio dei ministri. In questo lasso di tempo si attende da Atlantia, la holding controllata dai Benetton, un passo indietro. Dal canto suo il colosso ha reagito ieri paventando l’apocalisse finanziaria: “Una simile mossa causerebbe un default gravissimo per l’intero mercato finanziario europeo”, ha fatto filtrare alla stampa. È l’ultima trincea dei Benetton ed è anche l’aspetto che spaventa di più il governo. In ambienti finanziari filtra che Altantia stia facendo il diavolo a quattro per spingere la Commissione europea a intervenire, tanto più che al netto dei Benetton, il 70% della holding è in mano soprattutto ai grandi fondi esteri...».
Domanda semplice, semplice e da ignoranti: ma se i soci di Atlantia, tutti i soci e, quindi, Benetton inclusi, grazie ai profitti dichiarati da Aspi, negli anni hanno incassato miliardi di utili anche grazie a tariffe esorbitanti e a manutenzioni non fatte, perché sono stati incassati mentre i debiti sono rimasti in capo ad Atlantia invece che nelle sue riserve per parare i colpi attuali e i danni futuri anche per i morti causati?
Se non c'è un perché plausibile, tornino in Atlantia tutti quei miliardi percepiti con, siamo buoni, leggerezza?
"Chi rompe paga e i cocci sono suoi": questo motto vale per tutte le famiglie meno quella dei Benetton e dei loro sodali?
Sei arrivato fin qui?Se sei qui è chiaro che apprezzi il nostro giornalismo, che, però, richiede tempo e denaro. Se vuoi continuare a leggere questo articolo e per un anno tutti i contenuti PREMIUM e le Newsletter online puoi farlo al prezzo di un caffè, una birra o una pizza al mese. Grazie, Giovanni Coviello Sei già registrato? Clicca qui per accedere |
