Ritenute non versate, Finanza sequestra 580 mila euro a ditta di materie plastiche del Vicentino

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Finanza

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari  per l’importo di oltre 580.000 euro, pari al valore delle ritenute, relative agli anni 2016 e 2017, certificate e non versate da una società di persone della provincia vicentina operante nel settore dell’acquisto, lavorazione e vendita di materie plastiche.

In particolare, l’attività investigativa della Finanza, Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, ha condotto a rilevare che M.D., 59enne amministratore e socio unico della suddetta società, non aveva provveduto, entro le scadenze del 31.10.2017 e 31.10.2018 (termini per la presentazione delle dichiarazioni annuali di sostituto d’imposta relative, rispettivamente, al 2016 e 2017), al versamento delle ritenute dovute in ragione degli emolumenti erogati per oltre 580.000 euro.

Al citato amministratore è stato pertanto contestato il reato di “omesso versamento di ritenute dovute o certificate” ed il G.I.P. del locale Tribunale ha successivamente emesso un Decreto di sequestro preventivo per un valore corrispondente al profitto del crimine commesso, pari alla cifra non versata all’Erario. In fase di esecuzione del provvedimento magistratuale, le Fiamme Gialle vicentine hanno sottoposto a sequestro disponibilità finanziarie detenute su rapporti bancari intestati alla suddetta impresa e al suo amministratore.

Si tratta di un ulteriore caso [alla fine dei mesi di giugno ed agosto del corrente anno, erano stati sequestrati dalla Guardia di Finanza berica, sul conto di due società di capitali operanti, rispettivamente, nel settore della produzione di prodotti per gelateria e pasticceria e nel settore della produzione ed installazione di impianti elettrici, le cifre di 236.000 e 224.000 euro, pari al valore delle ritenute certificate e non versate dalle suddette persone giuridiche] riconducibile al fenomeno di illecito fiscale posto in essere dai soggetti “sostituti di imposta” che operano le trattenute sullo stipendio dei propri dipendenti e/o collaboratori e, poi, non le versano all’Erario, generando, da un lato, un arricchimento illecito per se stessi e, dall’altro, un mancato incasso di risorse finanziarie necessarie per l’attività dello Stato e, potenzialmente, un’uscita indebita in caso di presentazione da parte dei dipendenti di dichiarazione dei redditi con saldo a credito.

L’operazione in questione si inquadra nella costante azione di contrasto all’evasione fiscale, è stata sviluppata trasversalmente facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria del Corpo ed è stata condotta nella prospettiva di assicurare all’Erario, attraverso il sequestro preventivo eseguito, l’apprensione a vantaggio della collettività dei beni suscettibili, in caso di condanna, di confisca.

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