Massimo Follesa, portavoce per l’Ovest vicentino del CoVePa e candidato alle scorse regionali con Il Veneto che vogliamo, ha presentato nuovi dati sull’inquinamento da Pfas con alcune fotografie che metterebbero in evidenza nuovi lavori alla sede storica della Rimar in via IV novembre a Trissino, a ridosso della chiesa di Sant’Andrea in Piazza Gian Giorgio Trissino. «Le immagini parlano chiaro – affema Follesa in un comunicato – nelle settecentesche scuderie della Villa Trissino si sta mettendo mano al sottosuolo della vecchia sede della Ricerche Marzotto, la Rimar. È il sito dove sono stati industrializzati i PFOAS all’inizio degli anni 60, da dove poi sono stati spostati nell’attuale sede della Miteni alla Colombara».
“Nel 2018 avevamo presentato dati di Arpav relativi a una serie di pozzi nel centro abitato di Trissino pesantemente inquinati – prosegue Follesa -. Adesso i nuovi dati, che sono presenti sul sito dell’agenzia, appaiono veramente preoccupanti per due ragioni: una è quella che ci permette di affermare che l’acqua del sottosuolo del centro abitato Trissino è pesantemente inquinata; la seconda è che, nel silenzio generale e nella mancata divulgazione dei dati, non si capisce se questi nuovi dati siano quelli del sito Rimar sul colle sotto alla chiesa o nuovi pozzi inquinati e rilevati tra la fine del 2019 e i primi del 2020. I dati dell’agenzia ambientale del Veneto parlano di 24697 e 26540 ng/L di Acido Perfluoro Ottanoico PFOA totali in due nuovi pozzi. Va chiarito perchè l’amministrazione di Trissino e della Regione Veneto nel loro debordare elettorale si mettano paura di informare i trissinesi e perché non si occupino in trasparenza dello stato della salute di questicittadini. Sappiamo bene che i proprietari di quel sito fanno riferimento a una importante famiglia quella Marzotto, ma proprio lo strapotere politico e il consenso che la Zaia e Lega hanno, dovrebbe metterli nelle condizioni di chiarire la posizione della famiglia Marzotto proprietaria dell’area della vecchia Rimar ha proseguito Follesa”.
Il portavoce dell’ovest vicentino del Covepa sottolinea poi la gravità della situazione chiamando in causa direttamente il Sindaco di Trissino, responsabile anche della conferenza dei servizi sull’inquinamento da PFAS: «Chiediamo che il Sindaco Davide Faccio chiarisca che acque stiamo usando per abbeverare i nostri orti, se siano stati ordinati interventi di
caratterizzazione alla Proprietà Marzotto della vecchia area Rimar e su che basi si intenda agire per avvisare la popolazione che ancora oggi utilizza i pozzi » .
Follesa infine incalza Faccio rivolgendosi all’ARPAV e a Zaia: «È evidente che questo sindaco, questa amministrazione di Trissino dipenda da quanto dice di fare loro la Regione Veneto e Luca Zaia in persona, è evidente che nei dati di Arpav improvvisamente non si rilevano più le posizioni GPS dei pozzi, e questo ci fa dedurre che siano pozzi privati, poiché quelli di
monitoraggio per la barriera di Miteni hanno ancora in chiaro le loro coordinate, per queste ragioni Sindaco e Presidente Zaia stanno omettendo dati rilevanti sull’acqua di Trissino, sulle ordinanze per la caratterizzazione o per la bonifica e sugli atti per cui nella sede Rimar si
sta operando asportando materiali di scavo da una serie di buche e si stanno prelevando materiali liquidi, come dimostrano i grandi serbatoi fotografati dall’esterno, da altrettanti pozzi di controllo piezometrici nel cortile della proprietà Rimar”.