Ci sono quelli che telefonano al consigliere di riferimento, coloro che scrivono ai giornali, e poi c’è chi si rivolge direttamente al Sindaco, ma tutti – scrive nella nota che pubblichiamo du Ciro Asproso (consigliere comunale di Coalizione Civica per Vicenza – sono accomunati dalla medesima irritazione per quei colpi d’arma da fuoco che, incessantemente, e per un’intera settimana, hanno scandito le giornate dei residenti nei quartieri della fascia Nord: da S. Bortolo a Laghetto, fino alla frazione di Polegge.
Persino la domenica non vi è stata tregua, i primi colpi si sono sentiti alle 7,58 e gli ultimi alle 18 precise; gli spari, manco a dirlo, provenivano tutti dall’interno della Caserma del Del Din. D’accordo che siamo nell’era dell’impero americano, ma è possibile che non si abbia un minimo di riguardo per i discendenti di quel Teodosio, imperatore romano, che nel 383 decretò fosse proprio la domenica il giorno da dedicare al riposo e all’adorazione del Signore?
Battute a parte, sappiamo bene che si tratta di un corso di addestramento per aspiranti fucilieri e che non vi partecipano solo militari americani, ma il punto non è stabilire se l’esercito italiano fosse o non fosse presente. Che si tratti dei rumori molesti, dei problemi di viabilità o, più in generale, del consumo di risorse infungibili, la questione – non più rinviabile – riguarda la convivenza sempre più problematica tra i cittadini di Vicenza e gli organici delle guarnigioni militari.
Sono trascorsi quasi 40 anni dall’epoca del mio servizio militare nel Corpo degli Alpini, ma ricordo perfettamente che in nessuna delle sei Caserme operanti a Belluno si è mai sparato un solo colpo di fucile. I “tiri”, come si chiamavano in gergo le esercitazioni militari, avvenivano tutti nella Val del Mis, un poligono naturale del tutto isolato e posto a più di 12 chilometri dall’abitato principale.
Sebbene dal Comune non sia giunta alcuna comunicazione, abbiamo appreso dalla Stampa locale che la modalità e la durata delle esercitazioni erano state concordate con i rappresentanti del nostro esercito e con le autorità locali. Pertanto, anche alla luce di precedenti proteste dei residenti, avvenute per analoghe circostanze si
CHIEDE:
1) Tra le autorità locali è compreso anche il Sindaco? E per quale ragione non sono stati preventivamente informati i residenti?
2) Il Comune, ha mai avanzato delle formali rimostranze per l’eccessiva vicinanza tra il luogo delle esercitazioni e le residenze civili?
3) Come cittadini di Vicenza, possiamo attenderci una decisa presa di posizione da parte del Sindaco, in difesa della città, affinché nel futuro non si abbiano a patire ulteriori disagi?
Ciro Asproso
Coalizione Civica per Vicenza
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