“Essere nel gruppo misto non significa essere all’opposizione. Anzi la richiesta è stata concordata con lo stesso Zaia nell’ interesse della squadra“. Lo ammette in un post su Facebook il consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi (lista Zaia) a pochi giorni dalla costituzione dei gruppi in consiglio regionale. Come nel parlamento nazionale, esiste il gruppo Misto e, nonostante il 76%, Zaia avrebbe voluto impedire a Lorenzoni, ex vicesindaco di Padova, della civica Veneto che vogliamo, di passare al gruppo Misto per avere un voto in più per l’opposizione. Lorenzoni è sì passato al Misto, ma è stato ‘accerchiato’ da leghisti. “Poiché ci siamo accorti che Lorenzoni, candidato a Presidente della Regione della Sinistra stava transitando al Gruppo Misto, per occupare una posizione aggiuntiva rispetto a quelle di loro competenza, ampliando artificiosamente il loro spazio politico in Consiglio Regionale, (cosa che era già successa nella scorsa legislatura con Ruzzante), in accordo con il Presidente Zaia, io e il consigliere della Lista Zaia, Fabiano Barbisan, siamo entrati nello stesso gruppo, per arginare l’operazione – afferma Valdegamberi -. Entrambi, siamo e rimaniamo parte integrante della maggioranza. Il passaggio al gruppo Misto non comporta, infatti, un riposizionamento politico. Anzi’, come prevede il regolamento, e così è stato anche nel passato, all’interno del gruppo Misto possono coesistere soggetti appartenenti a schieramenti politici diversi. La cosa singolare è semmai che a guidare il gruppo misto, ove è presente il leader dell’opposizione, sia un componente della maggioranza. L’incarico di Presidente del gruppo è stato votato dagli stessi suoi componenti“.
Lorenzoni invece spiega così la sua scelta: “Nel mio caso la scelta di afferenza non si presentava semplice, dopo la condivisione con gli altri 9 consiglieri di minoranza di affidarmi il ruolo di portavoce dell’opposizione, un ruolo presente nel regolamento del Consiglio, ma mai attivato in precedenza perché richiede l’unanimità dei rappresentanti della componente consigliare di minoranza. Senza entrare nei dettagli tecnici, la possibilità di organizzare gli uffici in modo efficace è funzione della collocazione dei consiglieri nei vari gruppi, per cui al tema politico si è sommato un tema di disponibilità di risorse, che non è irrilevante nell’esiguità dell’attuale rappresentanza dell’opposizione in Consiglio. Le esigenze e le richieste, sia sul fronte politico che su quello organizzativo sono diverse, sia da parte degli amici del Veneto che Vogliamo, movimento che nasce in corrispondenza della mia candidatura, che da parte del gruppo del Partito Democratico, che rappresenta l’ossatura della nostra compagine. Ci sono stati vari momenti di confronto con tutti i colleghi consiglieri e alla fine ho preso la decisione di partire rimanendo nella componente di minoranza del gruppo Misto“.
“Questa scelta, non facile, è dettata dal fatto che ho voluto mantenere un profilo civico, non aderendo al gruppo del Partito Democratico, che mi ha fatto piacere mi abbia proposto di afferire al loro gruppo da indipendente, ma rimanendo nel gruppo Misto invece che in quello del Veneto che Vogliamo per garantire equidistanza da tutti i gruppi politici di area democratica che devo rappresentare come portavoce. Sono convinto che così io possa avere maggior rilevanza in questo ruolo, tutto da costruire in seno al consiglio. In altre parole, sento forte il mio ruolo di coesione tra le quattro componenti politiche di opposizione, molto più che quello, formale, di consigliere del gruppo misto. L’augurio che faccio, a noi consiglieri e a tutti coloro che ci sostengono, è di collaborare proficuamente, trovando sempre maggior affiatamento, per lavorare in squadra. Il lavoro che ci aspetta, dentro e fuori il Consiglio Regionale, è quello di far crescere una solida alleanza tra tutte le forze democratiche, su scala locale e regionale, per assicurare al Veneto un concreto progetto alternativo per il governo della Regione. E l’auspicio è che lo si possa fare, insieme, e forti delle esperienze e delle idee di tutti i dieci consiglieri di opposizione“. Il paradosso, per Lorenzoni, difficile da spiegare ai suoi sostenitori, sarà di avere un capogruppo leghista, cioè appunto Valdegamberi come capogruppo del Misto. Nonostante una maggioranza bulgara quindi, come riportato dallo stesso consigliere regionale veronese, il governatore-doge del Veneto ha voluto un controllo tentacolare in consiglio regionale.
L’articolo Consiglio regionale, Valdegamberi ammette: “c’è Zaia dietro la ‘trappola’ a Lorenzoni” proviene da Parlaveneto.