Il consigliere comunale di opposizione di Vicenza Giovanni Rolando (Partito Democratico) ha presentato una domanda d’attualità al sindaco Rucco sulla questione del controllo di vicinato, legge regionale bocciata dalla Consulta della Corte costituzionale, decisione che poi ha portato la dura reazione del presidente del consiglio regionale veneto Ciambetti (Lega).
“Considera fuori luogo le parole di Ciambetti che definisce “pazzi” i giudici della Corte costituzionale? – chiede Rolando a Rucco -. E’ finito fuori dal programma il suo progetto di istituire il vigile di Quartiere votato in consiglio ad inizio mandato? E’ fuori norma dallo Statuto comunale la delega sul controllo di vicinato al consigliere comunale? La Corte costituzionale è composta da 15 giudici: 5 di nomina del Presidente della Repubblica, 5 dal Parlamento in seduta comune, 5 di nomina delle supreme Magistrature (Corte di Cassazione, Consiglio di Stato, Corte dei Conti). Per questo è posta in una posizione di indipendenza dai poteri dello Stato.
Di seguito la domanda d’attualità
Il sottoscritto consigliere comunale
Premesso che
reazioni forti ed immediate ha suscitato la sentenza della Corte costituzionale, riportata da tutti i media, sulla incostituzionalità della legge regionale del Veneto sul “controllo di vicinato”;
fra queste quella del primo firmatario della legge, che riveste anche il doppio incarico di presidente del consiglio regionale del Veneto, nonché consigliere comunale di Vicenza Roberto Ciambetti, oltre ad essere stato nominato dal sindaco anche consigliere delegato al controllo di vicinato.
La Corte costituzionale «dichiara l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Veneto» sui controlli di vicinato. Il primo commento del consigliere Ciambetti: «Questi sono pazzi». Il presidente del Consiglio regionale, consigliere comunale delegato al servizio per quanto riguarda Vicenza, è ovviamente il massimo esponente in materia e il primo coinvolto. Il Giornale di Vicenza 13 novembre 2020 pag. Cronaca di Vicenza.
Richiamati i seguenti fatti:
1. La Corte Costituzionale, nella sentenza depositata in questi giorni ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione Veneto sul “controllo di vicinato” perché viola la competenza esclusiva dello Stato in materia di ordine pubblico. Spetta soltanto allo Stato legiferare in materia di “sicurezza primaria”, che consiste nell’attività di prevenzione e repressione dei reati, primariamente affidata alle forze di polizia. Alle Regioni è invece consentito prevedere interventi a sostegno della cosiddetta “sicurezza secondaria”, in particolare mediante azioni volte a rafforzare nel contesto sociale una cultura della legalità, nonché a rimuovere le condizioni nelle quali possono svilupparsi fenomeni di criminalità.
2. Sentenza Corte Costituzionale n. 236 del 12 novembre 2020
3. I giudici hanno cioè ribadito un orientamento ormai noto, secondo cui spetta soltanto allo Stato legiferare in materia di “sicurezza primaria”, ossia nell’attività di prevenzione e repressione dei reati, che è primariamente affidata alle forze di polizia.
4. Le Regioni hanno invece competenza sulla cosiddetta “sicurezza secondaria”, in particolare mediante azioni volte a rafforzare nel contesto sociale una cultura della legalità, nonché a rimuovere le condizioni nelle quali possono svilupparsi fenomeni di criminalità. Secondo la Consulta, la previsione di intese tra gli uffici territoriali di Governo e gli enti locali, in materia di tutela dell’ordine e sicurezza pubblica, implica una “interferenza del legislatore regionale in una materia in cui l’intervento regionale è in radice precluso, al di fuori delle ipotesi disciplinate espressamente dal legislatore statale”.
5. La Corte ha precisato che nulla impedisce alla legge statale di disciplinare direttamente il “controllo di vicinato”, di cui si occupano numerosi protocolli di intesa tra prefetture e comuni, in varie di parti d’Italia, nella chiave della cosiddetta “sussidiarietà orizzontale”, ovvero la “partecipazione attiva e la responsabilizzazione dei cittadini rispetto all’obiettivo di una più efficace prevenzione dei reati, attuata attraverso l’organizzazione di attività di supporto alle attività istituzionali delle forze di polizia”.
6. Intervistato dall’emittente televisiva Tva in prima edizione il giorno sabato 14 novembre ore 13,30 e in serata h 19.30, il consigliere comunale e presidente del consiglio regionale del Veneto e primo firmatario della proposta di legge in questione nella sua funzione di grande rilevanza istituzionale pubblica, ha commentato diffusamente e criticamente la sentenza della Corte aggiungendo che “ora i cittadini sanno a chi rivolgersi, ai sottosegretari che parlano senza pensare alla sicurezza dei cittadini”.
Considerato che
è fuor di polemica ed interesse dei cittadini sapere che le istituzioni AGISCANO IN TERMINI DI COLLABORAZIONE su un tema, quello della sicurezza, che riveste così tanta importanza nella nostra città capoluogo.
Nel ricordare che
la sicurezza è un bene di tutti, che le leggi vanno rispettate ed applicate, che vanno evitate prese di posizioni che possano alimentare un clima di incertezza ed insicurezza, ancor più e soprattutto in una fase così difficile di crisi per il coronavirus, bensì operare con il massimo coordinamento tra le forze istituzionali preposte per garantire il diritto alla tranquillità e alla sicurezza di tutti;
presenta la seguente
Domanda d’Attualita’
al Sindaco, primo responsabile della sicurezza e salute dei cittadini, per sapere:
1. se ritenga il Sindaco, o meno, di prendere le distanze da certe affermazioni del consigliere delegato al controllo di vicinato che suscitano stupore e perplessità nell’opinione pubblica vicentina relativamente alla sentenza dalla Corte costituzionale;
2. se il Sindaco ritenga, o meno, ancora valido il progetto di “Ripristinare il servizio di Vigile di Quartiere estendendolo progressivamente a tutta la città”, così come espressamente votato dalla sua maggioranza nel documento di “Linee programmatiche di governo relative al mandato amministrativo 2018-2023”. Ovvero sia stato accantonato ed abbandonato dalla giunta.
3. se il Sindaco consideri ancora, o meno, alla luce della enorme rilevanza pubblica esterna dell’incarico di consigliere delegato al controllo di vicinato, compatibile con la normativa vigente dello Statuto del Comune di Vicenza la delega al presidente del consiglio regionale nonché consigliere comunale. In considerazione che già altro consigliere comunale, Nicolò Naclerio, ha ricevuto dal Sindaco delega alla sicurezza.
Nel ringraziare per le risposta scritta Via Pec consigliere e verbale in consiglio prossimo già convocato per il giorno 19 novembre 2020 si porgono
Distinti saluti Giovanni Rolando
Nota info
La Corte costituzionale è composta da 15 giudici: 5 di nomina del Presidente della Repubblica, 5 dal Parlamento in seduta comune, 5 di nomina delle supreme Magistrature (Corte di Cassazione, Consiglio di Stato, Corte dei Conti). Per questo è posta in una posizione di indipendenza dai poteri dello Stato.