La Provincia di Vicenza richiama Mitsubishi Corporation e Eni Rewind Spa alle proprie responsabilità in merito alla bonifica del sito ex Miteni. Un provvedimento “pesante” visto che è diretto a due multinazionali con capacità tecniche e soprattutto economiche adeguate all’intervento di bonifica in atto a Trissino, dove si è verificato uno dei più estesi casi di contaminazione delle acque.
La lettera della Provincia è sottoscritta dal neo dirigente dell’area tecnica Filippo Squarcina. E’ indirizzata a Eni Rewind, sede di Milano, e Mitsubishi Corporation, sede a Tokyo. Ai due colossi dell’economia mondiale si ordina “di partecipare alle attività e agli interventi di bonifica del sito unitamente al soggetto già attivatosi nell’interesse del Gruppo International Chemical Investors al fine di garantire continuità nell’attività in essere”.
“Eni Rewind e Mitsubishi Corporation -spiega in un comunicato il consigliere provinciale con delega all’ambiente Matteo Macilotti- erano già state individuate dalla Provincia tra i soggetti responsabili della potenziale contaminazione del sito ex Miteni in quanto tra i proprietari, in passato, della società. Motivo, questo, per cui Provincia li ha voluti citare anche in giudizio, nel processo in corso. Nelle more del processo, però, è necessario che entrambi intervengano concretamente nelle azioni di bonifica. L’intervento è economicamente impegnativo e attualmente è portato avanti da Ici3. L’ingresso di Eni Rewind e Mitsubishi Corporation sarebbe una garanzia per la corretta e completa esecuzione della bonifica, anche in prospettiva delle attività da eseguire in relazione alle matrici suoli e sottosuoli all’esito dell’approvazione dell’analisi di rischio.”
Una tutela, quindi, per la Provincia quale ente preposto al controllo della bonifica, ma anche e soprattutto per il territorio, perché è necessario che l’intervento di bonifica venga portato avanti e concluso, per questioni ambientali e di sicurezza.
Nel frattempo, a fine ottobre Ici-3 ha comunicato di avere ultimato le attività di messa in sicurezza di emergenza mediante ampliamento della barriera idraulica, mentre, spiega l’ingegnere Squarcina, proseguono i lavori di messa in sicurezza operativa con la realizzazione di nuovi pozzi di emungimento per una maggiore capacità di contenimento delle acque.