Covid, in Veneto è scontro tra Suem 118 e sindacato autonomo medici: accuse e annunci di querela

239
Suem ambulanza morte operaio
ambulanza

Il direttore del Dipartimento regionale SUEM-118, dottor Paolo Rosi, annuncia in un comunicato una querela nei confronti del dottor Salvatore Cauchi, segretario veneto dello Snami, sindacato nazionale medici autonomi. Non è la prima volta che si assiste a scontri tra medici di base e Ulss, in questa gesione dell’emergenza, per esempio nel caso dei tamponi rapidi. Alla base di tale decisione ci sarebbe una nota di Cauchi ricevuta oggi dalle Aziende ULSS del Veneto, indirizzata ai Direttori delle Centrali Operative del SUEM 118 ritenuta accusatoria nei confronti delle centrali operative del 118 per quanto riguarda la gestione dei pazienti malati o che accusano sintomi di Covid, in cui si afferma, tra le altre cose, che “il medico non dovrebbe mai recarsi a domicilio del paziente anche se munito di tutti i necessari DPI” e che “un certo valore riportato dal saturimetro in dotazione al paziente dovrebbe far scattare automaticamente il soccorso”.

“Nel documento vengono formulate accuse alle Centrali Operative del SUEM del tutto infondate, per le quali procederemo ad adire le vie legali a tutela dell’immagine di tutto il personale da mesi impegnato in prima linea nel soccorso ai pazienti affetti da Covid 19″ sostiene Rosi. “Tutte le Centrali Operative hanno sempre gestito tutte le chiamate nel rispetto dei criteri stabiliti dal sistema di dispatch regionale “DiRE” (che stabilisce quali domande porre all’utente a seconda del problema manifestato e come valutare le risposte) e dei criteri dei gestione dei pazienti affetti da COVID individuati dalle vigenti disposizioni regionali. Inoltre durante l’epidemia Covid 19 gli infermieri che gestiscono le chiamate sono costantemente supportate dalla presenza del medico al fine di garantire la miglior risposta all’utente in tutti i casi complessi”.

“Il ricorso al medico di medicina generale avviene solo nei casi in cui ciò è previsto da tali regole, e non è mai frutto della discrezionalità degli operatori – prosegue ancora Rosi – in tutti i casi in cui le notizie fornite dal paziente possono far ipotizzare una situazione di urgenza ed emergenza l’invio dell’ambulanza è immediato, indipendentemente dal fatto che il paziente sia o meno positivo per il coronavirus, senza alcuna “dilatazione dei tempi di intervento”. Ricordiamo che le ambulanze del SUEM veneto compiono ogni giorno oltre 1000 interventi di soccorso”.

“Per quanto riguarda il fatto che un certo valore riportato dal saturimetro in dotazione al paziente dovrebbe far scattare automaticamente il soccorso, il dr. Cauchi dovrebbe sapere che, contrariamente a quello che lui afferma, un singolo valore numerico anomalo può anche derivare da un artefatto, cosa che frequentemente accade con questa tipologia di strumenti. Di conseguenza, una corretta valutazione della situazione deve tenere conto anche di tutti gli altri segni e sintomi manifestati dal paziente. Ricordiamo – afferma ancora il direttore del Dipartimento regionale SUEM-118- che questa valutazione è fatta nell’esclusivo interesse del paziente, al fine di garantirgli la risposta più adatta alle sue necessità ed evitargli inutili disagi”.

“Per quanto riguarda l’affermazione del dr. Cauchi per cui il medico non dovrebbe mai recarsi a domicilio del paziente anche se munito di tutti i necessari DPI, crediamo che sia smentita quotidianamente da tutti i suoi colleghi medici di medicina generale che, invece che dedicare il proprio tempo a sollevare polemiche infondate e lanciare accuse diffamanti, continuano ad assistere in modo eccellente i propri assistiti senza tregua, collaborando pienamente anche con il SUEM e le altre strutture territoriali”.

Cauchi cita anche la nota regionale che invita le Ulss a intervenire nei confronti dei medici che invitano il paziente a chiamare il 118 senza aver effettivamente valutato se abbia necessità di essere ospedalizzato. Rosi risponde che il senso è “difendere l’immagine della stragrande maggioranza dei medici di medicina generale che oggi, come gli operatori del SUEM, sono in prima linea nell’assistenza ai pazienti colpiti dal Covid, che non deve essere macchiata – conclude – dai pochi colleghi che non adempiono fino in fondo al loro dovere”.