I consiglieri comunali delle varie liste di opposizione del Comune di Vicenza hanno presentato un’interrogazione a proposito del fatto che i genitori del consigliere di maggioranza di centrodestra Nicolò Naclerio (in foto) hanno deciso, nel 2018, di intentare una causa a palazzo Trissino per 750 mila euro in quanto, la villetta di loro proprietà in strada Ospedaletto e su cui pende un ordine di demolizione perché secondo il Consiglio di Stato è abusiva, (vicenda per la quale oltretutto due ex dirigenti del Comune sono stati accusati di omissione in atti d’ufficio, come riportato dal Giornale di Vicenza il 6 novembre 2018), “sarebbe stata costruita in buona fede e sulla base di un’interpretazione consolidata”.
“Peccato che omettano di citare il pregresso diniego del permesso di costruire richiesto in data 6 marzo 2012 – afferma l’opposizione di centrosinistra – e la prima dichiarazione di non conformità emanata dall’Amministrazione comunale per la d.i.a. del 4 ottobre 2012.
Peraltro, tra le ragioni d’incompatibilità dei consiglieri comunali, elencate nell’art. 63, n. 4, D.lgs. 267/00 rientrano anche le liti pendenti con il Comune in quanto parte di un procedimento civile o amministrativo”.
“Si dirà che il consigliere Naclerio non può essere considerato parte in causa in senso tecnico, tuttavia potrebbe esserlo in senso sostanziale dato che gli effetti della lite, positivi o negativi che siano, si riverseranno oltre che sui genitori anche sulla sua persona. Vi sono quindi molte ragioni di perplessità e finanche d’imbarazzo nel rapporto privilegiato instauratosi tra il consigliere con delega alla sicurezza e questa stessa Amministrazione. Inoltre, a tutt’oggi, il Comune non ha ancora provveduto alla demolizione dell’immobile, sebbene il TAR del Veneto con sentenza n. 579/2016 e il Consiglio di Stato con sentenza n, 3509/2017, abbiano stabilito che il solo annullamento/dichiarazione di inefficacia della d.i.a., non è sufficiente a soddisfare in modo pieno l’interesse del vicino ricorrente e che la demolizione costituisce un atto meramente consequenziale rispetto a tale provvedimento. Insomma, si tratta dell’ennesima brutta figura nei confronti del cittadino virtuoso, il quale potrebbe essere indotto a pensare che si possa farla franca anche violando le norme”.
“Oltre al danno d’immagine e patrimoniale vi è poi quello ambientale, poiché la villetta in questione risulta essere in contrasto insanabile con i “rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico”. Questo, sia perché ricade nel contesto figurativo di “Cà Latina”, sia perché l’innalzamento del piano campagna operato dai Naclerio per la realizzazione del fabbricato e delle pertinenze ha determinato un rischio idraulico e idrogeologico, che può essere sanato unicamente sbancando l’area e ricostruendo la naturale pendenza dei terreni originari verso sud (Vedi: Sentenza n. 7275/2018 per causa civile presso il Tribunale di Vicenza)”.
“Da ultimo, rileviamo la necessità di disporre in futuro di un supporto amministrativo e normativo adeguato alla delicata funzione svolta dagli Uffici dell’Edilizia Privata – aggiunge l’opposizione – in modo da poter agire in via preventiva e non come spesso accade, sulla spinta dell’iniziativa giudiziaria”.
“Tutto ciò Considerato si chiede di conoscere la posizione del Sindaco e dell’Assessore competente in merito agli ulteriori sviluppi di questa imbarazzante vicenda. Per quale motivo non si sia ancora provveduto alla demolizione e al ripristino originario dei luoghi. Quali urgenti misure s’intende mettere in atto onde evitare il ripetersi di simili “infortuni” amministrativi, che rischiano di gravare pesantemente sulle tasche dei contribuenti. Se il sindaco ritenga appropriato, in via cautelativa e per ragioni di opportunità politica, ritirare la delega al consigliere Naclerio fino a completa risoluzione del contenzioso”.