Lonigo, respinta mozione Lega contro Ddl Zan: “Giacomello complice nel negare libertà di pensiero”

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La mozione presentata dai Gruppi Consiliari “Lega Liga Veneta Salvini” e “Dovigo Sindaco”, quale proposta al Consiglio Comunale del 26 novembre 2020 a sostegno della posizione della CEI sulla legge contro l’omofobia e transomofobia, è stata respinta dalla maggioranza di centrosinistra del Consiglio Comunale di Lonigo, eletto a settembre con la vittoria del Sindaco Giacomello – “Con Giacomello per Lonigo”, “Lonigo Guarda avanti”, “Siamo Lonigo” e “Lonigo democratica e solidale riparte.

“La maggioranza, con questo voto, condivide nella sua interezza il Ddl Zan, in tema di: “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” e dimostra palesemente di non difendere la libertà di opinione, di educazione e di espressione – afferma l’opposizione in una nota -. La Nota della Presidenza CEI del 10 giugno 2020 contro le discriminazioni è chiara ed è un appello ad un corretto uso della ragione, al buon senso: “…Al riguardo, possiamo affermare che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio”.

“Questa consapevolezza ci porta a guardare con preoccupazione alle proposte di legge attualmente in corso di esame presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati contro i reati di omotransfobia: anche per questi ambiti non solo non si riscontra alcun vuoto normativo, ma nemmeno lacune che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni”.

“Anzi, un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso…”

“Il pericolo insito in questa folle iniziativa legislativa è quello di uccidere la libertà di espressione mettendo in pericolo la libertà di tutti, non solo dei cattolici poiché, in nome di un’ideologia, si pretende di criminalizzare idee diverse arrivando a censurare e a punire delle opinioni differenti”.

“Le leggi per essere proposte devono essere chiare e questo disegno di legge non definisce quali opinioni istighino o meno all’odio transfobico e, dunque, qualunque affermazione che per noi diventa libera manifestazione di una convinzione personale, come la contrarietà all’utero in affitto, si può trasformare in un capo di imputazione violando i principi costituzionali”.

“Un percorso che prevede corsi e giornate contro l’omotransfobia anche nei programmi delle scuole elementari, compiendo quel lavoro di colonizzazione ideologica di cui parla Papa Francesco, mettendo a rischio la libertà di insegnamento e il primato educativo dei genitori”.

“E, come se non bastasse in tutto questo vergognoso impianto normativo, chi ha portato avanti il Ddl Zan ha strumentalmente pensato, per ottenerne più facilmente l’approvazione, di associare all’omotransfobia anche la disabilità. Una misura contro una inesistente discriminazione alla disabilità, tra l’altro, menzionata nel titolo del Disegno di legge e poi “lasciata sfumare” nel contenuto delle successive norme”.

“L’adesione al Ddl Zan dell’Amministrazione Giacomello e dei consiglieri di maggioranza non ha rappresentato un salto di qualità – conclude la nota – e di civiltà ma una complicità nella negazione della libertà di pensiero anche per la nostra Comunità”.

 

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