Export ai tempi del Covid, Pagano (Bankitalia): “crollo commercio e globalizzazione”

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Rilanciare il commercio internazionale e il sistema multilaterale degli scambi; affrontare i rischi causati dall’emergenza Coronavirus per garantire ai Paesi più poveri nuove opportunità globali: sono questi alcuni dei temi sollevati da Patrizio Pagano, ex direttore esecutivo per l’Italia della Banca mondiale, audito il 3 dicembre scorso dalla commissione Esteri della Camera. Pagano ha lasciato l’incarico il 31 ottobre e ora fa parte dell’organico di Banca d’Italia.

“Il commercio internazionale si è espanso in modo particolarmente rapido negli ultimi trent’anni, alimentato dalla forte riduzione delle barriere tariffarie e dall’apertura commerciale di alcune economie, prime fra tutte la Cina”, ha affermato Pagano.

L’ex direttore esecutivo per l’Italia della Banca mondiale ha evidenziato come “il peso del commercio sul Pil mondiale è salito da meno del 20% nel 1990 a quasi il 30% nel 2019. Questo ha favorito una convergenza senza precedenti tra le economie di tutto il mondo. I paesi poveri sono cresciuti molto più velocemente che in passato e anche rispetto ai paesi più ricchi. Tra il 1990 e il 2017 il prodotto dei paesi più avanzati è poco meno che raddoppiato mentre quello dei paesi emergenti e in via di sviluppo è aumentato di ben 4 volte. Su questi risultati ha influito molto la frammentazione internazionale delle produzione e la crescita delle interconnessioni tra i paesi, alimentata dallo sviluppo senza precedenti della cosiddette ‘catene umane del valore’ (‘Global Value Chains’, Gvc)”.

“Dal 1990 oltre un miliardo di persone è uscito dalla povertà estrema. Questa riduzione è avvenuta pur in presenza di un aumento della popolazione globale superiore ai 2 miliardi, concentrato nei paesi meno sviluppati”, ha affermato Pagano.

“La promozione del libero scambio ha avuto effetti positivi” anche se – ha sottolineato l’ex direttore esecutivo per l’Italia della Banca mondiale – oggi “tale sistema è messo in discussione anche a causa della crisi pandemica e le profonde trasformazioni dell’economia mondiale che ne conseguiranno”. “Per un rilancio del sistema sono necessarie misure di politica economica che introducono programmi di protezione di sociale e che siano in grado di sostenere una più equa distribuzione dei vantaggi derivanti dal commercio”.

“La globalizzazione sembra aver perso slancio. Nell’ultimo decennio non si è verificato un effetto dirompente come era avvenuto negli anni ‘90. La profonda recessione globale innescata dalla pandemia ha provocato poi un crollo verticale del commercio internazionale quest’anno di dimensione analoga a quello registrato nel 2008. Sebbene vi sia stato un recupero nel corso di quest’estate a settembre i flussi di commercio erano ancora nettamente inferiori rispetto ai livelli precedenti della crisi”, ha spiegato Pagano.

Fonte Public Policy