Il dottor Franco Rebesan, Responsabile della provincia di Vicenza della Sanità del PD e Chiara Luisetto (in foto), Segretaria provinciale vicentina dem, esprimono in una nota preoccupazione per la situazione dei contagi Covid in Veneto e nella provincia di Vicenza. “La drammatica situazione che stiamo vivendo per la seconda ondata della pandemia Covid-19 ancora in pieno svolgimento è dimostrata dai numeri che la Regione Veneto ha diffuso il 6 dicembre 2020 – affermano in un comunicato. Nel Veneto il 6/12 c’erano 76804 positivi, con 2506 ricoverati in Area non critica e 308 in Terapia intensiva negli Ospedali e Case di Cura convenzionate (solo 12 in T. I.) e 307 positivi ricoverati negli Ospedali di Comunità trasferiti dagli Ospedali per acuti. Complessivamente, da inizio pandemia, 21/02/2020, i decessi sono stati 4210.
Pochi giorni fa a livello territoriale, il Veneto (3.444) era la Regione con il maggior numero di contagi staccando di gran lunga la Lombardia”.
“Pesanti anche i numeri della Provincia di Vicenza dove da inizio pandemia, i decessi qui sono stati 838. Più che drammatica la situazione nelle Case di Riposo dove non sappiamo quanti sono realmente i contagi da Covid-19. Tante sono le domande che la politica dovrebbe porsi alla luce di dati ancora preoccupanti, ad esempio quante persone entrano nelle rsa trasferite dagli Ospedali rischiando di aggravare le loro condizioni? quante sono le vittime in queste strutture? I focolai purtroppo non arretrano e il sistema così non può reggere: le Case di Riposo non sono Ospedali, mancano mezzi e Personale (molti sono positivi e quindi in quarantena) per garantire l’assistenza necessaria ai malati di Covid, che rischiano di riportare danni irreparabili. L’emergenza della prima ondata si sta ripetendo con conseguenze ancora peggiori e la Regione deve intervenire: c’è il pericolo di un’ecatombe, che non può e non deve passare sotto silenzio. Strutture per vocazione socio-assistenziali vivono di nuovo la pressione di una criticità sanitaria continua ed elevata”.
“Conseguenza prevedibile: gli Ospedali delle AULSS 7 e 8 sono sotto pressione, sono stati chiusi alcuni reparti per acuti e per post acuti (lungodegenza e riabilitazione) per recuperare personale per gli Ospedali Covid o per i reparti per acuti. Alle cooperative sociali del territorio che hanno formato OSS si chiede di “prestarli” agli ospedali e la situazione rischia di andare fuori controllo. La attuale e programmata rete ospedaliera è stata stravolta e non riesce a svolgere il ruolo che le è stato assegnato, nonostante l’enorme impegno e dedizione del personale medico e infermieristico che affronta uno sforzo ben oltre il proprio dovere.
Un recentissimo rapporto dell’associazione Salutequità rimarca con chiarezza e l’evidenza dei dati che il Covid non ha mandato in lockdown le altre malattie. Al contrario, sottraendo risorse organizzative, finanziarie e umane alla loro cura, ha aumentato le disuguaglianze di salute. Per questo, oltre alle vittime dell’epidemia, dobbiamo cominciare a contare tutte le vite perse in maniera indiretta, per patologie non curate in tempo o nel modo più appropriato.
Nello stesso rapporto si evidenzia che Veneto e Lombardia assieme al Lazio sono le Regioni con il peggiore indice di dotazione di Medici e Personale sanitario per 1000 abitanti, hanno programmato il taglio del personale ancora prima della pandemia”.
“Di fronte a tutto questo non possiamo tacere, ma neanche limitarci ad accuse che in questo momento non servono a risolvere la situazione. Il nostro contributo vuole essere fattivo, attraverso i nostri rappresentanti in Consiglio regionale e la disponibilità politica al confronto anche a livello provinciale e locale. Fare fronte comune davanti ad una situazione così precaria è il primo dovere della politica, noi ci siamo e chiediamo che la rotta dei tagli venga da subito invertita, che si prenda in mano la criticità delle case di riposo – concludono – che la medicina territoriale venga rafforzata e collegata alle strutture”.
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