Smart working, l’isolamento sociale incide sulle performance lavorative: “+32% di difficoltà di concentrazione, +17% di problemi organizzativi, +15% di “paura da fatturato”

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Il Covid ha dato una spinta enorme al telelavoro, come si chiamava un tempo, oggi ribattezzato smart working, regolato per legge già nel 2016. Molte aziende spingono sul lavoro da casa, per chi può. Ma in Italia, rispetto ad altri Paesi, non c’è ancora una struttura, fatta di regole sindacali e abitudini, per ottimizzare questo tipo di lavoro. Il vantaggio, oltre alla diminuzione dei contagi Covid, è anche quello di inquinare meno l’ambiente grazie alla riduzione dello smog. L’azienda può risparmiare, soprattutto se il dipendente usa mezzi propri (computer, telefono, etc.), anche se per legge non dovrebbe essere così. Ma da casa si lavora di più o di meno? Peggio o meglio? Da un’indagine del Centro Studi Performance di 4 MAN Consulting su 500 manager, emergono disagi e difficoltà. Spiega in un comunicato Roberto Castaldo (CEO & Founder 4 MAN): “è importante intervenire al più presto, modificando la routine in 10 semplici step, o ci possono essere conseguenze serie per l’attività e i dipendenti”.

Secondo una ricerca condotta su 500 manager dal Centro Studi Performance di 4 MAN Consulting, società di consulenza aziendale specializzata in performance management fondata da Roberto Castaldo, chi siede ai vertici di un’azienda soffre la situazione in modo accentuato. A questo senso di solitudine e isolamento si aggiunge la consapevolezza che nelle proprie mani è anche il destino di tutti i propri collaboratori, con il timore che un passo falso in questo momento potrebbe compromettere anni e anni di lavoro.

Dallo studio emerge un aumento del 32% della difficoltà di concentrazione tra gli intervistati, del 17% di problemi organizzativi, come se non si fosse più in grado di gestire il lavoro, e del 15% di crisi da “paura da fatturato”, cioè il timore di chiudere l’anno con un deficit ingestibile e impossibile dal colmare, che talvolta sfocia in vera e propria demotivazione (+6%) e il desiderio di mollare tutto. Circa 1 su 2 lamenta disturbi del sonno, 2 su 3 si sentono stanchi e spossati.

“Si tratta di persone che sono sempre sotto pressione, che lavorano 12 ore al giorno (spesso anche di più) e che ora stanno vivendo uno stravolgimento della sfera sociale e personale, quella in cui cercavano rifugio dallo stress lavorativo e dalla paura del cosiddetto rischio di impresa. – Spiega Roberto Castaldo – Questa sorta di alterazione emotiva, però, è tutt’altro che sana, e se non si interviene in modo tempestivo può diventare qualcosa di più serio, compromettendo la salute del manager, ma anche la sopravvivenza dell’attività imprenditoriale stessa e, di conseguenza, il futuro di tutti i dipendenti. Fermo restando che nel caso di forti e frequenti disturbi del sonno o emotivi, il consiglio è sempre quello di consultare uno specialista, è possibile intervenire modificando le proprie abitudini in 10 semplici step per un tempo di almeno 21 giorni”.

Questi sono alcuni consigli che Castaldo suggerisce per rendere più “umano” lo smart working:

Coltiva o inizia un hobby: è importante che tu senta di avere una vita stimolante extra lavoro. Fai qualcosa che ami o, se non hai mai avuto il tempo per un hobby (o meglio, pensi di non averne mai avuto) inizia ora. Suona uno strumento, fai attività fisica, giardinaggio, cucina, dipingi, leggi o qualsiasi altra cosa tu voglia.

Regola dei 21 minuti: Alterna 21 minuti di lavoro a 21 di pausa. Scoprirai che liberare la mente e rilassarsi ti renderà molto più concentrato e, quindi, produttivo.

Fai una videochiamata al giorno: anche se solo virtualmente, mantieni i rapporti sociali con le persone per te importanti. E non basta un rapido messaggio in chat, fai una video chiamata e ritrova la bellezza di guardarsi negli occhi e vedere le espressioni dell’altra persona, magari mentre sorseggiate insieme una tisana rilassante o un buon bicchiere di vino.

Leggi, aggiornati e trova ispirazione: se credi di non avere più idee o non sai come affrontare i problemi, lasciati ispirare da colleghi o esperti in altri campi. Una buona idea può essere l’iscrizione al One Minute Club, una libreria digitale con oltre 150 abstract di libri, dai quali poter imparare anche molte nozioni di management, coaching e neuroscienze.

Crea delle to-do list flessibili: scrivi su una lista le cose che vorresti fare durante i vari giorni della settimana. Usa dei colori diversi per indicare l’urgenza di ogni attività, dividendole tra prioritarie, da fare entro domani e rinviabili.

Cura la postazione di lavoro: scegli una seduta comoda ergonomica, con un cuscino che ti aiuti a mantenere la giusta postura, e una pedana per poggiare i piedi. Verifica anche che ci sia un’illuminazione adeguata e qualche elemento piacevole, come un bel quadro, una pianta o delle fotografie personali.

Fai degli esercizi di respirazione: queste tecniche garantiscono una migliore ossigenazione all’organismo, aiutano a calmare stati di agitazione e regalano una sensazione di benessere quasi istantanea.

Cambia il tuo look: taglia o tingi i capelli, compra capi di abbigliamento nuovi e diversi dal solito. Ti aiuterà a sentirti diverso ogni volta che ti guardi allo specchio, come se il tuo aspetto fisico rispecchiasse il tuo nuovo inizio o un te diverso.

Condividi i tuoi pensieri e paure con qualcuno: che si tratti di un amico, un estraneo con il quale si sta chiacchierando casualmente o, magari, uno specialista, dire ad alta voce come ti senti ti farà sentire meglio. L’ignoto spaventa sempre, e questo vale anche per i sentimenti. Se restano dentro, senza avere un nome o una forma, spaventano ancora di più.

Concentrati su ciò che è sotto il tuo controllo: la motivazione si basa sul sentirsi utili. Sposta il focus su ciò che dipende solo da te completa i tuoi task e premiati. Bisogna creare metodo e routine per superare la paura dell’incognito. Prepararsi e sempre meglio che preoccuparsi!