L’8 dicembre 2020 ci arrivò, tra le tante che ci inviano quasi quotidianamente risparmiatori azzerati dalle banche venete e non solo, una mail firmata che non riportava, anche se le sottintendeva, una delle migliaia di storie drammatiche di cui sono depositari circa 200.000 soci vittime delle ormai fu Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca ma avanzava delle ipotesi sulla genesi del doppio crac individuata nel “mancato” sfruttamento della procedura PUMA2.
Nella forma di lettera aperta i due firmatari della mail, un sarto Cavaliere del lavoro socio BPVi e un ex dipendente della Popolare vicentina, socio di Veneto Banca, chiedevano di “indagarle” ai pm vicentini del processo BPVi, che hanno in corso anche indagini su un filone aggiuntivo rispetto a quello del dibattimento ora alle ultime battute prima della sentenza attesa per marzo.
I due “autodidatti” di scienze bancarie, a spese proprie e per necessità visto l’azzeramento dei loro risparmi, puntavano il dito su PUMA2, un sistema di controllo delle attività bancarie che, era la loro tesi, se correttamente utilizzato da Banca d’Italia le avrebbe consentito e “imposto” di intervenire al prospettarsi dei problemi che poi hanno fatto implodere i due Istituti vicentini. Se responsabilità c’era stata delle due banche di sicuro alla base c’erano i mancati o0 carenti controlli di Bankitalia: questa al tesi prospettata a Salvadori. Pipeschi.
Ci correva, quindi, l’obbligo di verificare le ipotesi dei due nostri lettori documentandoci su PUMA2, cosa che, con i tempi necessari, abbiamo fatto “producendo” (il giorno di Natale!) l’articolo «PUMA2, ovvero come Banca d’Italia sa o potrebbe sapere tutto o quasi sui crediti delle banche “controllate”» sulla nostra testata cugina DeepNews.it (poi ripresa su VIPIù.it).
Pubblichiamo, quindi, ora la lettera aperta ai pm vicentini (del processo BPVi e delle indagini ancora in corso) dei due lettori vittime delle banche venete visto che l’ipotesi era (ed è) plausibile rafforzando, per giunta, la nostra idea, basata su documenti e su audio, da noi nel tempo pubblicati senza la dovuta attenzione di altri media e di chi di dovere, di forti (con)responsabilità degli organi di controllo negli ultimi crac bancari, segnatamente quelli veneti ma anche quelli delle quattro banche “risolte”.
Buona lettura, quindi, a tutti voi e, soprattutto, al dr. Salvadori e al collega Pipeschi.
PUMA2 e le sue infinite possibilità ed applicazioni “conoscitive” per Banca d’Italia
Egregi Dr. Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi (P. M. del processo BPVi, Banca Popolare di Vicenza),
è con assoluto e profondo rispetto nei vostri confronti, per il difficilissimo compito che state cercando di portare avanti tra mille difficoltà di ogni genere, che vi stiamo contattando pubblicamente utilizzando l’ospitalità di ViPiù.it, testata ormai da un decennio, e in maniera anche “predittiva”, sensibile alle problematiche, prima (clicca qui, ndr), e del dramma, poi, dei soc della fu BPVi.
Premettiamo che non intendiamo tirare per la giacchetta nessuno, ma stiamo solo cercando da più di due anni di poter porre all’attenzione di coloro i quali si stanno occupando in prima persona del “CRAC“ delle banche, in primis quelle venete, un problema che purtroppo a noi sembra non essere stato sufficientemente sviscerato fin verso la sua base.
Forse pretendiamo troppo, ma vi assicuriamo che nessuno di noi, nemmeno lontanamente, si permetterebbe di discutere del vostro operato e della vostra grandissima professionalità che unanimemente vi viene riconosciuta e che anche noi condividiamo in maniera assoluta.
Siamo dei truffati dalle Banche Popolari Venete, e da parte di certa Politica che non condividiamo assolutamente, anche perché non ci ha minimamente tutelato in maniera sufficiente come invece avrebbe dovuto fare, nel rispetto della nostra meravigliosa “Carta Costituzionale“ che all’articolo 47 fissa che “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme…“.
Se possibile, e con tutta la modestia con la quale intendiamo rivolgerci a voi, vorremmo solo potervi segnalare che forse qualche elemento all’apparenza piuttosto insignificante potrebbe, al contrario, essere fonte di spunti di indagine (anche quelle ancora in corso per il secondo filone del crac BPVi, ndr) di assoluto rilievo.
Pur comprendendo le difficoltà che state incontrando nel portare avanti il vostro lavoro, siamo del parere che ci possano essere ancora dei lati oscuri e degli elementi che non siano stati analizzati in maniera sufficientemente approfondita, anche data la loro obiettiva complessità.
Ciò a cui intendiamo riferirci, e che a nostro modesto avviso ha contribuito in maniera assolutamente determinante al “CRAC“ della ex Banca Popolare di Vicenza, non risiede unicamente nell’attribuire le colpe alla “mala gestio“ dell’istituto di credito vicentino che, a quanto ci è dato di sapere, sicuramente c’è stata, ma soprattutto nei danni che sono stati provocati dai mancati controlli da parte degli organi deputati a tale compito, vale a dire Banca d’Italia e Consob, che, in questa terribile “truffa / tragedia“ di dimensioni apocalittiche , sono stati assolutamente determinanti ed assai più consistenti di tutto il resto.
Se solo avessero voluto, Bankitalia e Consob, avrebbero potuto individuare le zone d’ombra nelle operazionidella banca con quasi assoluta precisione e con grande facilità.
Ci riferiamo in particolare al sistema informatico a loro disposizione, che già da molti anni gestisce tutti i flussi di dati che vengono prodotti “giornalmente“ all’interno delle singole banche, a seguito delle operazioni che sono effettuate su conti correnti, fidi, depositi e quant’altro.
Questo sistema di controllo è universalmente conosciuto con il nome di “PUMA2“!
Tutti i flussi informatici che su di esso vengono giornalmente convogliati sono poi “trasferiti mensilmente“ alla Banca d’Italia, il cui unico compito sarebbe quello di controllarne la congruenza per poter poi segnalare eventuali anomalie agli Istituti di Credito interessati.
Da quanto possiamo dedurre è evidente, oltre ogni ombra di dubbio, che, se ciò fosse stato fatto, qualcuno avrebbe dovuto avere le bende agli occhi per non accorgersi di quello che avveniva in BPVi.
Se si fosse operato con la diligenza del buon padre di famiglia, spesso invocata, anche giuridicamente, in queste occasioni come in altre, non sarebbero potuti passare gli elefanti laddove, solo volendolo, si sarebbero potute imbrigliare anche le zanzare!
Il “PUMA2“ è stato istituito proprio a questo scopo e continuamente implementato negli anni per aumentarne sempre di più efficacia e precisione nei controlli.
A questo punto non va assolutamente dimenticato che il manuale che lo “amministra” è stato prodotto proprio dal nostro Istituto Centrale il quale quasi sicuramente (il quasi è amaramente ironico) ne avrà anche curato la divulgazione e l’applicazione.
A tale scopo, per chi volesse volete avere conferma visiva di quanto affermiamo mostriamo alleghiamo la copertina del testo del manuale che, peraltro, è consultabile su Internet.
A nostro umile avviso ciò basterebbe per poter indirizzare (la maggior) parte delle colpe verso gli Organi di controllo, che i controlli purtroppo pare (il “pare” è il dubbio che potete sciogliere voi, egregi pm) non li abbiano fatti come invece si sarebbe dovuto, pur essendo nel nostro Paese gli organi che ne avevano l’esclusività e le prerogative per farli.
Non ostacolo alla vigilanza né insufficiente vigilanza è quello che supponiamo ma l’OMESSA VIGILANZA è quello che vi chiediamo di verificare!
Ecco la sintesi dei passaggi presi dai documenti ufficiali e che abbiamo provato a illustrarvi per accendere il vostro faro sugli (eventuali?) omessi controlli delle autorità di vigilanza
PUMA2, sistema informativo telematico con manuale bancario di 1595 pagine, forse troppe, continuamente aggiornato: PURTROPPO NESSUNO NE PARLA
Il P. U. M. A. 2 (Procedura – Unificata – Matrici – Aziendali 2) è un progetto interbancario operativo dall’anno 2000 (nella prima versione “moderna” che segue quella del 1975…) e non è altro che un sistema informatico aggiornato di segnalazioni di vigilanza alla Banca d’Italia .
Esso è in costante evoluzione per cui ha bisogno di continui aggiornamenti derivanti da modifiche delle leggi bancarie e di diritto, sia a livello nazionale che internazionale, perciò deve essere univoco, adattabile, coerente e flessibile.
Gli Istituti Bancari aderenti a tale sistema di controllo (che vi aderissero BPVi e Veneto Banca è ovvio e da voi verificabile) devono trasmettere periodicamente (ogni mese) alla Banca d’Italia i flussi statistici e non, generati dai fenomeni aziendali prodotti al loro interno .
Tali informazioni consentono alla Banca d’Italia di esercitare una attenta e costante sorveglianza delle operazioni che avvengono all’interno del circuito bancario e, attraverso un controllo incrociato dei dati, di verificare eventuali incongruenze ed anomalie oltre alla coerenza degli input trasmessi.
Questo sistema di controllo ha una importanza elevatissima in particolar modo con riferimento alla Centrale dei Rischi.
Esso infatti permette di individuare, fra le altre cose, eventuali cumuli di fidi, concentrazioni troppo elevate dei rischio, operazioni baciate, fidi non sufficientemente garantiti e molto altro ancora, riducendo così in modo drastico i danni incombenti, sia per le banche che per la massa dei clienti, attraverso la scoperta di possibili e pericolose opacità delle informazioni, qualora ci fossero.
E qui ci fermiamo, poiché pensiamo vi possa bastare sempre che non stiate già esaminando quanto d noi segnalato.
Ringraziandovi per l’eventuale attenzione siamo molto fiduciosi nel attentissimo lavoro, vi porgiamo i più cordiali auguri Buone Feste nella speranza che finalmente buone possano esserlo anche per gli incolpevoli risparmiatori, colpiti da questo immorale tsunami economico finanziario, che in moltissimi casi li (e ci) ha privati dei risparmi di una vita!
Luigino Gastaldon
(sarto artigiano, cavaliere della Repubblica e socio ex BPVi)
Dino Santinon
(ex dipendente bancario della Popolare di Castelfranco e, poi, della incorporante BPVi, socio ex Veneto Banca)