Dopo che i relatori alla legge di Bilancio 2021 e il Governo hanno dato, in V commissione alla Camera, parere contrario all’emendamento sulla patrimoniale, a prima firma proprio di due esponenti della maggioranza, Fratoianni (Leu) e Orfini (Pd), i due firmatari lo hanno ritirato (“Manovra, governo litiga su patrimoniale: bocciata. Fratoianni (LeU) e Orfini (Pd) ritirano emendamento“) con somma gioia anche delle destre ma è ripartito (un minimo di) dibattito sulla questione.
L’emendamento proponeva di abolire Imu e imposte di bollo sui conti correnti, introducendo una patrimoniale, con aliquota progressiva dallo 0,2 al 3%, sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500mila euro derivante dalla somma delle attività mobiliari ed immobiliari al netto delle passività finanziarie.
Abbiamo, quindi, sentito sull’argomento due assidui “frequentatori” vicentini delle nostre pagine, ovviamente di diversa impostazione politica: Giorgio Langella, imprenditore nel settore tecnologico, autore – curatore di due nostri libri, uno sulla Marlane Marzotto e l’altro su Quirino Traforti, segretario regionale del PCI Veneto di cui è responsabile nazionale per il Lavoro, e Pierantonio Zanettin, avvocato, al suo quarto mandato parlamentare con le formazioni di Berlusconi ed ex membro del CSM oltre che attuale componente della Commissione Giustizia del senato e della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
Le rispettive contrastanti opinioni possono essere la base per futuri approfondimenti di altri “politici” e dei nostri lettori che possono scriverci all’indirizzo a loro riservato cittadini@vipiu.it
“Con la bocciatura dell’emendamento che introduceva una patrimoniale nel nostro ordinamento, si chiariscono un po’ di cose – attacca Langella -. Per esempio adesso risulta palese come la quasi totalità dei parlamentari si siano schierati convintamente (si direbbe senza se e senza ma) dalla parte dei più ricchi, una minoranza di “fortunati”, senza tenere conto dei valori e dei principi costituzionali. In definitiva, quando si tratta di far pagare chi ha di più, i parlamentari votano insieme appassionatamente tutti (o quasi) e bocciano quella che sarebbe nient’altro che l’applicazione di quel principio secondo il quale “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.” (art. 53 della Costituzione).”.
Di tutt’altro avviso è Zanettin che giudica “irresponsabili le dichiarazioni dell’ on. Orfini. Creano un danno gravissimo all’economia del nostro paese. Voglio vedere quale operatore finanziario estero può pensare di investire i propri capitali in un paese nel quale un così importante esponente di un partito di governo, come il Partito Democratico, ogni piè sospinto parla di imposta patrimoniale. Ma ricordo che l’on Orfini non è solo e che di recente anche Beppe Grillo, ha ipotizzato di introdurre una strampalata ipotesi di imposta sui patrimoni“.
“Con la bocciatura della patrimoniale – incalza Langella – si è capito che i gruppi parlamentari per la la stragrande maggioranza seguono, di fatto, politiche di destra e che la “sinistra parlamentare” risulta essere del tutto marginale. Non è il momento di disquisire su che tipo di patrimoniale si sarebbe avuta con l’emendamento bocciato, né se questo si potesse migliorare e tanto meno se poteva essere “la nostra patrimoniale” o la migliore possibile. Niente di tutto questo”.
“Quello che è indicativo – aggiunge il segretario del PCI Veneto – è il risultato, il fatto: c’è chi non ammette che i “tanto ricchi” possano pagare di più di chi ha meno e chi vuole lottare per una giustizia fiscale che preveda una tassazione progressiva delle grandi ricchezze e dei redditi più alti. Quando si parla di patrimoniale non si vuole certo applicarla a chi possiede piccole o medie ricchezze ma a chi, appunto, è molto, molto ricco. Una piccola minoranza della popolazione. Si consideri, ad esempio, che la ricchezza posseduta dai 40 miliardari italiani arriva a oltre 150 miliardi di dollari e che chi possiede oltre 5 milioni di euro (sempre per fare un esempio) è un’esigua percentuale. È soprattutto tra questi possessori di ricchezze incredibili che si devono reperire le risorse perché tutti possano vivere meglio e costruire un futuro più sicuro e sereno. In definitiva si tratta solo di applicare la Costituzione“.
Più sintetico ma altrettanto netto dalla parte opposta è il deputato forzista che conclude così: “Anche se finora queste proposte non sono state approvate, il nostro Paese un caro prezzo comunque lo pagherà. Registreremo l’ennesima fuga dei capitali ed un ulteriore sensibile calo di valore di appartamenti e negozi, già penalizzati dall’emergenza sanitaria Covid. Ovviamente gli investitori esteri staranno alla larga da un paese che pare interessato solo a decrescere (più o meno felicemente) e a tassare la ricchezza (pure decrescente) dei suoi cittadini“.
Patrimoniale sì, patrimoniale no: lo scontro non finisce certo né qui né ora con la crisi economica iniziata nel 2008 e ora accentuata dal Covid, con le differenze socio-economiche che ne derivano e con il terrore che non si potrà risolvere tutto continuando a stampare e immettere sul mercato “fantastiliardi” senza una connessione con l’economia reale e non puramente speculativa e, quindi, virtuale.
Ma prima di dire anche la nostra, sarà interessante conoscere e riportare altre opinioni, tra cui le vostre.
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Grazie, Giovanni Coviello