Covid, proteste degli studenti contro la didattica a distanza: “non siamo burattini”

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Questa mattina, giorno in cui i ragazzi delle superiori sarebbero dovuti tornare a scuola, molti di loro si sono invece ritrovati davanti alle scuole per protestare ancora una volta contro la didattica a distanza. Il rientro infatti è stato rimandato all’11 gennaio, per ora, e all’1 febbraio in Veneto. Nella nostra regione i ragazzi di ‘Rete degli Studenti Medi’ hanno prima diffuso un video in cui accusano governo e assessore Donazzan e poi si sono trovati davanti alle scuole.

A Vicenza l’appuntamento è alle 13:30 davanti al liceo Quadri. “Siamo davanti al Quadri e alla Regione a Venezia, nel pieno rispetto dei decreti, perché non possiamo permetterci di rimanere con le mani in mano dopo la proroga della chiusura delle scuole per la mancanza di un piano – afferma in un comunicato Riccardo, della Rete degli Studenti Medi di Vicenza- Guardando ai contagi sappiamo perfettamente come il Veneto non abbia avuto una buona organizzazione, ma il fatto che non ci sia stato un piano pronto a riaccogliere gli studenti in aula è vergognoso: ancora una volta sono gli studente a pagare! Non ci stiamo, non siamo marionette da spostare a piacimento.”

“Non possiamo accettare che si dia una comunicazione così importante a soli tre giorni dalla presunta riapertura delle scuole, facendosi trovare senza alcun piano per trasporti, spazi e tamponi. Bisogna tornare a fare scuola in presenza: la dad é, dati alla mano, uno strumento di emergenza che però, nel lungo periodo rischia di fare abbandonare gli studi a 34 mila adolescenti. – conclude Pietro Fracca della Rete di Vicenza- Qui l’unico piano per l’istruzione pubblica sembra essere un piano di distruzione!”

A livello nazionale si muove anche il Fronte della Gioventù Comunista: “nel giorno in cui si sarebbe dovuti rientrare in presenza il messaggio degli studenti e del Fronte della Gioventù Comunista, organizzazione promotrice delle iniziative, è netto: il clima di incertezza nelle scuole è inaccettabile, a pagarne le conseguenze saranno migliaia di studenti esclusi dal diritto allo studio” affermano in un comunicato.

“I dati IPSOS pubblicati due giorni fa denunciano che almeno uno studente per classe ha abbandonato a causa del COVID. In questo periodo di didattica a distanza l’abbandono scolastico è aumentato in modo vertiginoso. La DAD è stata un fallimento data l’assenza di un supporto reale del Governo alle scuole, la mancanza di dispositivi come tablet computer e di corsi di sostegno e misure volte a garantire il diritto allo studio”.

“Scenderemo in piazza il 29 gennaio – annuncia Simon Vial, responsabile scuola del FGC  – nella stessa data dello sciopero generale dei lavoratori indetto dal SI-Cobas per conquistare ampie misure per la sicurezza delle scuole. Esprimiamo tutta la nostra contrarietà alle politiche del Governo che gestisce la crisi pandemica per gli interessi delle aziende a scapito di quelli dei lavoratori e, di conseguenza, anche dei figli dei lavoratori, gli studenti. Nelle prossime settimane le proteste studentesche con quelle dei lavoratori continueranno”.