Covid, M5S: “messi in sicurezza lavoratori fragili”. Ma i lavoratori fragili smentiscono: “tutele parziali e inique”

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Lavoratori fragili
Lavoratori fragili

“Con la legge di Bilancio mettiamo in sicurezza i cosiddetti lavoratori fragili, che fino al 28 febbraio prossimo in presenza di una comprovata attestazione sanitaria, potranno beneficiare di giorni di astensione dal lavoro. Grazie a un emendamento del MoVimento 5 Stelle tuteliamo un’ ampia platea di lavoratori, esposti più di altri al rischio di contrarre l’infezione da Covid-19. Ancora una volta grazie alla sensibilità dei portavoce di Camera e Senato e del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, il MoVimento 5 Stelle con atti concreti tutela le categorie più fragili e non lascia nessuno indietro”. Ad affermarlo,  in una nota molto entusiastica, sono i senatori del MoVimento 5 Stelle Iunio Valerio Romano e Susy Matrisciano, rispettivamente capogruppo del M5s in commissione Lavoro e presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama (fonte Public Policy). Ma i lavoratori fragili, uniti nel gruppo  “Lavoratori fragili uniti per sopravvivere”, che conta più di 650 persone ed è nato con lo scopo di condividere più informazioni possibili, in questo periodo di pandemia, tra lavoratori cosiddetti fragili (persone con grave disabilità, immunodepressione, patologie oncologiche, in terapia salvavita, con trapiantato d’organo, etc. etc.), impossibilitati ad eseguire lavoro agile per mansione, non è d’accordo con tutto questo entusiasmo.

“Noi lavoratori fragili ci ritroviamo con i titoloni dei giornali, che divulgano ai quattro venti il fatto che con l’attuale legge di Bilancio (art. 1 comma 481) sono state ripristinate le “piene tutele” per noi. Peccato che questa notizia non sia totalmente completa e veritiera. Infatti, la tutela ripristinata è parziale nonché iniqua, in quanto non essendo stata ancora un volta esclusa l’assenza equiparata a ricovero ospedaliero dalla computabilità nel comporto, si è generata di fatto una disparità di trattamento tra lavoratori fragili – affermano in un comunicato -. Da un lato, il lavoratore fragile di serie A, tutelato pienamente dato che in base al suo CCNL il “ricovero” viene già escluso dal conteggio nel comporto, dall’altro il lavoratore fragile di serie B, decisamente meno tutelato, poiché per contratto CCNL il ricovero incide sfavorevolmente sul periodo di comporto. Comprendete bene il grave disagio che vive il lavoratore di serie B costretto, ancora una volta dalla norma vigente, a dover scegliere forzatamente tra il diritto al lavoro in presenza (rischiando però la vita in caso di contagio) e il diritto a conservare la propria già precaria “salute”, restando a casa ma senza adeguata retribuzione e soprattutto rischiando il licenziamento, una volta superato il limite del periodo di comporto, previsto dal proprio contratto lavorativo”.

“Resta davvero incomprensibile il fatto che, in sede di approvazione della vigente legge di Bilancio, siano rimasti del tutto ignorati i vari emendamenti in favore dei lavoratori fragili, presentati sia dalla maggioranza che dall’opposizione, in cui veniva esplicitata l’esclusione dell’assenza-ricovero dal comporto. In compenso, veniva proposta dal Governo una riformulazione delle “Disposizioni in favore dei lavoratori fragili”- legge di Bilancio 2021, che “cancellava” la non computabilità di tale assenza nel comporto, lasciando così i lavoratori fragili nella totale incertezza e angoscia per le conseguenze che ne derivano.
Martedì 12 gennaio l’Onorevole Tasso (ex 5Stelle, n.d.r.) presenterà alla Camera dei Deputati una proposta di risoluzione a tale problema.

“Il gruppo Facebook “Lavoratori fragili uniti per sopravvivere” invita, pertanto, il Governo e tutti i politici di opposizione e non ad approvare e mettere in atto tale risoluzione, in quanto il lavoratore fragile di serie B non può più aspettare oltre. Ringraziamo il Senatore Augussori (Lega, n.d.r.), la Senatrice Nisini (Lega, n.d.r.), l’Onorevole Spena (Forza Italia, n.d.r.) e l’Onorevole Tasso, che ci hanno sempre sostenuto e continuano a farlo, e che non hanno avuto “paura” di confrontarsi con noi. Uno Stato che si definisce civile non può consentire tali disparità, in danno della categoria sociale e produttiva più “debole” del Paese. Speriamo in una immediata risoluzione di questa triste vicenda da parte di chi di competenza, senza essere costretti a dover ricorrere ad una class-action per far valere i nostri diritti – conclude il comunicato – come già invocata da molti lavoratori fragili, esasperati da questa situazione ormai divenuta insostenibile da tempo”.