“Il governo faccia chiarezza in merito ai risarcimenti dei risparmiatori che hanno subìto un danno in relazione all’investimento in strumenti finanziari emessi da banche poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1 gennaio 2018”. Lo chiede in una interrogazione il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, che nei giorni scorsi aveva chiesto chiarezza sull’acquisto da parte dello Stato di crediti deteriorati nell’ambito della possibile fusione MontePaschi e Unicredit.
“Il Fir, Fondo indennizzo risparmiatori – sottolinea Urso – che ha sostituito con le stesse finalità il Fondo di ristoro istituito nel 2017, ammonta ad una somma complessiva di ben 1 miliardo e 575 milioni. La dotazione finanziaria prevista in sede di costituzione è stata prevista in 525 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019-2021. L’indennizzo è commisurato ai costi sostenuti per l’acquisto dei titoli, nella misura del 30% per gli azionisti e del 95% per gli obbligazionisti, entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore.
“Il 2021 – osserva Urso – è l’ultimo esercizio del triennio con disponibilità pari ai soliti 525 milioni, dopodiché, in assenza di ulteriori risorse da reperire ed eventuali proroghe delle funzioni del marchingegno attivato, la partita termina. Ad oggi sono stati bonificati qualche milione, mentre oltre 1 miliardo non è stato speso nè impegnato e quindi tornato nelle casse dallo Stato. I truffati, per chi ha aderito all’otp delle banche commissariate, ha già ricevuto da 3 anni i soldi, mentre molti altri sono ad oggi in attesa. Sono passati invece più di due anni – conclude Urso – e si configura semmai il reato di ‘truffa elettoralè tanto più perché perpetrato da coloro che avevano la delega del governo in materia o comunque ne avevano autorevole rappresentanza istituzionale”.
Fonte Public Policy