Festa dei lavoratori, il vescovo di Vicenza presiede la veglia del 30 aprile: “Il lavoro crea possibilità di futuro”

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veglia per il lavoro

In occasione del 1° maggio, festa dei lavoratori, la commissione diocesana di pastorale sociale e del lavoro di Vicenza propone per mercoledì 30 aprile, a partire dalle 20,30, una veglia di preghiera e riflessione sul lavoro, che si terrà all’Istituto San Gaetano in via Mora 12 in città. La preghiera sarà presieduta dal vescovo della Diocesi di Vicenza mons. Giuliano Brugnotto. La riflessione biblica è stata affidata a don Matteo Pasinato, mentre le testimonianze saranno di Valentina Zanni, che lavora per l’Informagiovani di Montecchio Maggiore, ed Enrico Mastella sul lavoro come riscatto per chi è in carcere.

veglia per il lavoro locandina
La locandina della Veglia per il lavoro del 30 aprile

Filo conduttore della serata di veglia è il messaggio scritto dai vescovi italiani per la festa dei lavoratori, intitolato “Il lavoro, un’alleanza generatrice di speranza”. Il vescovo Giuliano ricorda infatti che il lavoro è fondamentale innanzitutto perché offre dignità a chi lo svolge ma anche perché attraverso di esso competenze e capacità vengono messe a disposizione per un fine sociale, meglio se con l’attenzione all’intera umanità e non soltanto per profitti personali: “Il lavoro – ribadisce il vescovo – è un’alleanza generatrice di speranza nel momento in cui crea possibilità di futuro, soprattutto per i giovani e altre categorie svantaggiate, perché la sapienza ed i saperi acquisiti con l’esperienza costruiscono relazioni di fiducia con chi riceve questi beni non tangibili. Penso che sia una ricchezza incalcolabile che può essere, di volta in volta, affidato da una generazione ad un’altra costruendo un nuovo tessuto sociale”.

Il messaggio dei vescovi italiani guarda anche all’attualità e alle difficoltà di molti lavoratori, che non possono essere risolte solo ragionando in chiave economica: “la mano invisibile del mercato – dice il testo dei vescovi – non è sufficiente a risolvere i gravi problemi oggi sul tappeto. È la nostra mano visibile che deve completare l’opera di con-creazione di una società equa e solidale e continuare a seminare speranza. Infatti, «i segni dei tempi, che racchiudono l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza» (Spes non confundit, 7)”.