(Articolo da VicenzaPiù Viva n. 7, in edicola col n. 8 e sul web per gli abbonati per tutti i numeri). A Vicenza i locali destinati al consumo di bevande e alla ristorazione non sono pochi e forse è questa una delle città in cui se ne trova il maggior numero per abitanti. Non tutti però sono uguali e alcuni si distinguono per peculiarità degne di nota, non soltanto sotto il profilo dell’offerta, ma per la capacità di sapere abbinare a cibo e bevande di qualità un’attenzione particolare al mondo dell’arte (intesa anche come socialità), che non necessariamente deve essere di artisti riconosciuti a livello nazionale. La prima caratteristica che balza all’occhio, entrando in momenti diversi della giornata e magari in giorni differenti, è che dietro al banco ci sono soltanto donne; tre sono le titolari ‒ Barbara, Gisella e Sandra ‒ e tre sono le ragazze – Marta, Monica e Raffaella che le aiutano a rotazione.
Il 191 Caffè è nato nel 2014 e compirà 10 anni nel dicembre di quest’anno. La sua vocazione è stata, fin dall’inizio, quella di rivolgersi ad un pubblico adulto, che cerca sicuramente tranquillità e tradizione, ma anche innovazione.
Ecco dunque che, partendo da un’offerta basata sulle colazioni e sui pranzi, anche di lavoro, la tendenza è stata quella di cercare una continua differenziazione nella ricerca dei prodotti; così, poco per volta, si è sviluppato il settore dei vini, di cui il 191 vanta una interessante varietà e, forse ancora più importante, la ricerca di materie prime che non fossero quelle reperibili in tutti i locali cittadini.
Una scelta che poteva apparire controcorrente.
Non potendo naturalmente fare pubblicità agli ingredienti di un prodotto tipico veneto quale è lo spritz, si è abbandonata la strada tradizionale per rivolgersi a piccoli ma consolidati produttori del territorio; se la cosa inizialmente ha provocato qualche espressione di dubbio da parte di avventori abituati alla continuità, il livello superiore garantito da un’offerta a ‘km. 0″ e attenta alla scelta delle materie prime ha conquistato il loro palato. Questo indirizzo nel tempo è stato perseguito nella scelta dei prodotti della ristorazione alla ricerca, di ‘qualche cosa’ che si allontanasse, verso l’alto, dagli stereotipi.
Il locale stesso si distingue per la sua originalità e ogni dettaglio trasmette calore e cattura l’occhio per la presenza di elementi che sono espressione del gusto delle titolari; si vedano per esempio gli originali lampadari, ognuno diverso dall’altro, che conferiscono un tocco di colore e di allegria.
Se, tuttavia, entrando poniamo attenzione alla parete più grande del locale non possiamo fare a meno di notare come ‒ e questo avviene sin dall’apertura ‒ il 191 Caffè abbia un occhio di riguardo (e di passione) per artisti di diversa provenienza e di diversa qualità; un ampio spazio per esporre le proprie opere da parte di giovani alle prime esperienze artistiche come di artisti già affermati, che non hanno avuto la presunzione di ritenersi al di sopra di tutto e di tutti, ma che hanno consapevolmente condiviso, nel pieno rispetto di quello che dovrebbe essere lo spirito dell’arte, gli spazi con i più giovani, e talvolta ambiziosi, colleghi.
Così è per esempio l’artista che nel corso del mese di aprile ha portato un tocco di vivacità, esponendo le sue brillanti caricature di oggetti, edifici e persone.
Gabriele Scotolati, in realtà uno pseudonimo, è artista eclettico e originale, oltreché estremamente disponibile; così, oltre ad esporre i suoi lavori e le sue ironiche osservazioni (“è vietato pescare il tonno in scatola!”), un pomeriggio alla settimana ha atteso al 191 quanti desideravano una caricatura di se stessi o di una persona cara; non veri e propri ritratti, ma caricature, la cui caratteristica principale ‒ e la peculiarità dell’autore ‒, è quella di saper cogliere nel viso di una persona gli elementi che lo contraddistinguono e dunque di metterli in evidenza.
L’attenzione costante alle espressioni artistiche intese nel senso più ampio del termine e dunque anche quelle musicali, ha subito purtroppo una lunga pausa a causa del Covid, che ha costretto a ripensare e a rivedere i progetti per il futuro, ma questo non ha frenato la fantasia e la voglia di fare delle titolari e, se già si assiste ad una ripresa delle attività espositive, non mancheranno in un prossimo futuro il ritorno della musica, della presentazione di libri, di espressioni teatrali.
In definitiva, un locale per un buon aperitivo o un pranzo, ma anche uno spazio per non dimenticare che lo spirito (in tutte le sue manifestazioni!) ne può uscire appagato.
Tutti elementi questi che manifestano la propensione al sociale delle proprietarie che, attente all’inclusione dei ragazzi diversamente abili, offrono la possibilità a Diego Adinolfi, studente dell’istituto Almerico Da Schio, di svolgere attività di stage, due volte a settimana.
Grazie al sostegno di Sandra,
Barbara e Gisella, Diego, affetto da una lenta evoluzione del bambino con un ritardo medio-grave in un quadro di sindrome cromosomica (Sindrome di Rubinstein Staybi) Diego è aiutato a sviluppare un protagonismo attivo e una maggior auto-consapevolezza dei propri talenti e vocazioni.