25 Aprile bello. L’irriverente, François-Marie Arouet (Aduc): ma che palle la retorica e la stupidità, “Bella ciao” il nostro inno!

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25 aprile bello, ma no alla retorica
25 aprile bello, ma no alla retorica

Perché “Bella ciao” non diventa il nostro inno nazionale? La bella festa del 25 Aprile probabilmente la festeggiano meglio di tutti quelli che se ne vanno a fare una scampagnata, parlando con gli amici dei nonni e dei conoscenti: quelli (rari) avevano qualche partigiano in famiglia e quelli (tanti) che avevano un qualche parente fascista – si legge nella nota che pubblichiamo a firma dell’Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.

E magari, tra una pasta al forno, una cotoletta e una fetta di crostata, un bicchierino di vino e una strimpellata sulle note di “Bella ciao”, si guardano contenti negli occhi gustandosi libertà, festa e amicizia.

Come contraltare, le manifestazioni ufficiali, che sono pallose e retoriche per definizione, anche se c’è il partigiano centenario o il presidente di qualche istituzione che mette in fila una serie di parole e concetti che nessuno dei presenti metterebbe mai in discussione, e che non aumentano di un millimetro passione e cultura dei presenti.

Poi ci sono gli stupidi, a cui quest’anno si è aggiunta una nuova categoria, quelli pro e contro la NATO. Con tanto di bandiera (una primizia quest’anno) a qualche corteo e urla da una parte all’altra contro i presunti democratici e non-democratici che usano queste manifestazioni come se fossero quelle del loro partito. Ci saremmo aspettati le bandiere di ONU o OCSE, ma se ne sono dimenticati o non vanno di moda per essere giudicate colpevoli o meno dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Quando pensiamo che nel mondo, gli italiani oltre ad essere conosciuti per spaghetti, pizza, vino e moda, nonché Colosseo, Torre di Pisa, Golfo di Napoli, Ponte Vecchio, Duomo di Milano, etc… se si pensa alle canzoni primeggia “O sole mio” e “Bella ciao”, e ci vengono i lucciconi agli occhi (per monumenti e canzoni)… lucciconi che non ci vengono quando sentiamo “Fratelli d’Italia” ma ci vengono quando ascoltiamo la “Marsigliese” o “Born in the Usa” di Bruce Springsteen o “Imagine” dei Beatles…

E il 25 aprile pensiamo a tutti coloro che si privano della marcetta di “Bella ciao”, al nostro essere difettosi verso “Fratelli d’Italia” e a quanto siamo amati nel mondo (poco per la politica….)… siamo irriverenti? Probabile, ma amiamo il nostro Paese a tal punto da chiederci: perché non cambiamo l’inno nazionale con “Bella ciao”.. nel mondo ci riconoscerebbero meglio… e forse faremmo un po’ di chiarezza in “patria” (https://www.aduc.it/articolo/25+aprile+nostre+responsabilita+culturali_34411.php).

François-Marie Arouet – Aduc