Concittadini, Autorità civili, militari e religiose, gentili Ospiti, consentitemi anzitutto di ringraziare tutti i presenti per la partecipazione, sentita e numerosa, a questa cerimonia.
È un 25 aprile diverso da tutti gli altri quello che celebriamo oggi. Lo è perché avviene dopo due anni di pandemia e di restrizioni su ogni manifestazione, mentre oggi siamo in piazza con la voglia di tornare a stare insieme e, insieme, celebrare i nostri riti laici, la nostra memoria relativamente recente.
E non si può evitare che una certa emozione ci prenda quando ritorniamo alle manifestazioni pubbliche dopo lockdown e restrizioni che sembrava non finissero mai.
Ma è un 25 aprile diverso soprattutto perché il rumore inquietante delle armi russe, il silenzio della morte che circonda l’Ucraina e il grido di speranza e di libertà che arrivano dal cuore dell’Europa attribuiscono un significato ancora più profondo all’anniversario che in tutta Italia stiamo celebrando.
Certo, il 25 aprile non manca mai di generare discussioni, spesso anche polemiche e divisive. Eppure, noi siamo convinti che quello che ci chiedono le vittime della guerra che finì il 25 aprile del 1945 sia di smetterla con quel genere di polemiche, di restare concentrati sui valori fondanti di un’Italia che è risorta dopo quella data e che ha imparato a sopravvivere alla violenza ideologica del Novecento.
La pace e la convivenza civile non sono dettagli, ma l’unica strada possibile. La guerra è – e rimane – la peggior espressione della nostra dimensione di uomini e donne.
Quello che sta accadendo in Ucraina ci deve ricordare, ogni giorno, il valore che il 25 aprile di quasi ottant’anni fa l’Italia ha conquistato: l’importanza di essere liberi, l’importanza di essere indipendenti.
Vicenza ha conosciuto e sofferto le sanguinose vicende della Guerra di Liberazione e della Seconda Guerra Mondiale. E Vicenza, oggi, testimonia la sua attenzione a quanto sta succedendo in Ucraina con quotidiane dimostrazioni di sensibilità ed accoglienza per chi fugge dai teatri di guerra cercando nel nostro Paese e nella nostra città un approdo in attesa che il proprio popolo, prima o poi, possa tornare ad essere libero ed indipendente. Sono infatti oltre 3.000 i cittadini ucraini già accolti nella nostra provincia, dei quali circa 300 risultano inseriti nel sistema di accoglienza pubblica.
E stiamo parlando di quello che possiamo fare per rendere chiara la testimonianza del popolo vicentino che, ancora una volta, non si chiede che cosa le istituzioni possano fare per risolvere il conflitto che insanguina il cuore dell’Europa, ma si attiva per fare quello che la nostra tradizione di solidarietà ed accoglienza ci ha insegnato: mobilitarci per aiutare chi soffre.
Non c’è un modo migliore per celebrare questo 25 aprile dopo il silenzio della pandemia ed il clangore delle armi russe se non ringraziare le tante, innumerevoli, organizzazioni e famiglie vicentine che in queste settimane stanno lavorando per offrire aiuto, solidarietà e supporto alla popolazione ucraina.
In questo sentimento e in queste azioni concrete c’è il cuore della nostra vicentinità che si esprime al meglio e che, al meglio, ricorda perché, dopo quasi ottant’anni, continuiamo a celebrare il 25 aprile, festa di pace, libertà e riconciliazione.
Francesco Rucco
Sindaco di Vicenza
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Fonte: 77° anniversario della Liberazione, l’intervento del sindaco Rucco , Comune di Vicenza
Qui tutti i comunicati ufficiali del Comune di Vicenza https://www.vipiu.it/leggi/category/cronaca/comunicati-comune-di-vicenza/