
Sulla celebrazione del 25 aprile 2025, Ottantesimo anniversario della Liberazione, sia il presidente della Regione Veneto Luca Zaia sia il Presidente del consiglio Regionale Roberto Ciambetti hanno diffuso due intensi comunicati nei quali riconosciuto e sottolineato l’importanza della ricorrenza, per una regione come il Veneto che tanto diede alla lotta partigiana per la riconquista di una libertà che oggi forse si dà troppo per scontata. Due contributi significativi, coerenti e coinvolgenti. Per essere perfetti manca solo la parola antifascismo o nazifascismo o fascismo. Perché è da quello che il 25 aprile del 1945 l’Italia è stata liberata.
Zaia: “I combattenti della Liberazione ancora tra noi, testimoni e veri protagonisti della storia”
Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia sottolinea l’importanza della ricorrenza di domani: “È un 25 aprile ancora più importante quello di quest’anno. Sono ottant’anni, infatti, che con la Liberazione, il nostro Paese ha ritrovato il suo posto naturale in quella comunità internazionale che condivide gli ideali di libertà e democrazia. Combattendo la dittatura che negava le libere aspirazioni dei cittadini e imboccando quella scelta democratica inequivocabile tradotta poi nella Costituzione, da quella data del 1945, la nostra società ha ripreso un cammino di riscatto, ha saputo guardare al futuro, affrontare un percorso di crescita che, grazie al lavoro della nostra gente, ha portato la terra veneta ad essere uno dei più attivi distretti produttivi a livello internazionale, Dai valori della Liberazione si è delineato il nostro futuro di popolo.”. Zaia ricorda anche che lo stesso giorno si celebra anche San Marco, patrono di Venezia: “Festeggiamo, quindi, una data fondamentale nella nostra storia che per noi veneti assume anche una ulteriore valenza, essendo da sempre celebrata nel giorno dedicato a San Marco.”
Il Presidente Zaia mette poi in evidenza il ruolo del Veneto, che ha pagato a caro prezzo la riconquista della libertà; “Il ricordo di quei giorni è un vero capitale morale che ci impone di tenere viva la memoria di avvenimenti con cui nella nostra regione è stata scritta una delle pagine più importanti della Guerra di Liberazione e della rinascita democratica. Lo testimoniano i numerosi Comuni decorati per l’impegno in quei giorni dei loro cittadini, i lunghi elenchi di vittime delle stragi e della barbarie compiute in città e paesi, il nome di oltre cinquanta veneti onorati allo Yad Vashem come Giusti tra le Nazioni, l’antica tradizione di libertà dell’Università di Padova, unico ateneo in Italia ad essere insignito di Medaglia d’Oro al Valore militare per quelle vicende. Ma Resistenza non fu soltanto quella attiva o combattuta con le armi. Fu anche quella anche vissuta nella crudele realtà delle deportazioni e delle privazioni con cui si è misurata ogni famiglia e ogni comunità. Anche per questo il valore della libertà, è stato per i nostri nonni motore di progresso e di ricostruzione. Dal 25 aprile di ottant’anni fa la nostra terra ha conosciuto il suo più lungo periodo di pace insegnandoci che è un valore universale. Un capitale che, oggi, è purtroppo minacciato da oltre sessanta focolai di guerre in tutto il mondo”.
Zaia poi conclude: “Invio un saluto ai superstiti tra i combattenti della Resistenza ancora tra noi e a tutti coloro in quel travagliato periodo hanno saputo scegliere la via dell’impegno e del rischio senza voltarsi dall’altra parte di fronte a tante tragedie. Sono testimoni e veri protagonisti della nostra storia”.
Ciambetti: “La Festa della Liberazione è di tutti nel giorno di San Marco si rinnova l’impegno per la Pace”
Questo il comunicato diffuso dal presidente del Consiglio Regionale Veneto Roberto Ciambetti alla vigilia del 25 aprile
L’opposto di libertà è la cattività, che, etimologicamente, deriva dal latino “captivus”, in origine il prigioniero di guerra che vive in schiavitù. L’opposto di libero è appunto il cattivo, lo schiavo, chi è prigioniero. Per una particella, in fisica, essere libera significa non essere condizionata da qualsiasi forza, tanto da potersi muovere in qualunque direzione e velocità senza vincolo alcuno. In chimica, come nella fisica, il processo di liberazione sprigiona ovvero libera una nuova energia. Alla fine dell’Aprile 1945 nell’Alta Italia la Liberazione fu per tutti la fine di un incubo, l’uscita dalla cattività con la possibilità di sprigionare nuova energia; la ricostruzione materiale, morale e culturale del Paese, dopo le violenze e le macerie di una guerra che ci aveva visto sconfitti, fu un processo difficile, che materialmente non sarebbe stato possibile senza l’aiuto concreto del Piano Marshall, ma è anche vero che il popolo italiano seppe sfruttare al meglio quell’aiuto, mise tutta la sua nuova energia per affrontare in modo etico e democratico la rinascita, armonizzando, come rivendicò con giusta fierezza Alcide De Gasperi nel suo discorso alla Conferenza di Pace a Parigi (dove tutto era contro di lui e contro l’Italia sconfitta), lo spirito mazziniano con l’anima cattolica, la cultura liberale con quella socialista, la coscienza laica con le fedi religiose. Al “Vae Victis” degli Alleati l’Italia rispose con il duro lavoro, con disciplina, con lo spirito di sacrificio di milioni di cittadini rimasti in patria come emigrati all’estero, conquistando un benessere sociale oltre che economico mai raggiunto in precedenza. Se oggi, una donna, a capo di un partito sempre più indirizzato nel solco del migliore Conservatorismo europeo, guida il Paese alla testa di un governo di destra libero da nostalgie o pulsioni reazionarie, lo dobbiamo proprio alla forza della Democrazia. Una forza che negli ultimi 80 anni in Italia è stata in grado di superare, pur tra troppe contraddizioni, prove veramente difficili. Per questo oggi guardiamo con ammirazione a quanti, con lungimiranza, coraggio e credo nella Giustizia, uomini e donne espressione ogni parte politica, seppero aprire all’Italia la strada della Libertà: il 25 aprile, nel ricordo di questi spiriti forti e liberi, è la festa di tutti gli italiani, non di un partito rispetto ad altri, non di alcuni su tutti, e per noi Veneti è fonte d’orgoglio vedere celebrata questa festa nel giorno di San Marco, che rinnova il suo “Pax Tibi”, perché il 25 aprile è l’impegno di tutti per la Pace.