È stato un 25 aprile molto più affollato rispetto agli scorsi anni quello per la cerimonia in piazza dei Signori a Vicenza in occasione del 74° Anniversario della Liberazione, la prima da sindaco per Francesco Rucco.
“La Festa della Libertà, non solo della Liberazione, in nome dell’universalità di un valore che prescinde da ogni rivendicazione politica e contrapposizione ideologica”, le sue parole conclusive del discorso (nella pillola video sopra, con a seguire la protesta antagonista; mentre il testo del discorso integrale è sotto con anche una serie di foto della giornata).
Rucco è stato applaudito (insieme alla portabandiera, la consigliera comunale Simona Siotto) dai presenti, i consueti militanti di centrosinistra (con ancora le bandiere dei partiti purtroppo) e quelli di centrodestra tornati a partecipare dopo diverso tempo. Tutti hanno ascoltato anche l’orazione ufficiale (qui il testo integrale) di Alba Lazzaretto, vicepresidente dell’Istituto storico della Resistenza.
Dopo la sequela di accuse sull’imperante neo fascismo di questa amministrazione comunale, niente fischi dalla piazza o proteste dei gruppi di estrema destra contrarie al 25 aprile.
Ci hanno pensato gli studenti di Friday for future, insieme a militanti dei centri sociali e dei partiti della sinistra radicale, a movimentare la mattinata con una contro-manifestazione, anche questa con centinaia di persone, che ha attraversato corso Palladio e si è conclusa in piazza Matteotti al grido di “Resistenza”. Anche qui applauditi discorsi dei giovani conditi però da musica a tutto volume, partita in precedenza proprio durante l’intervento del sindaco, prima che l’intervento della polizia la silenziasse.
La “libertà”, evocata dal sindaco nel suo discorso per arrivare a una “pacificazione”, è anche quella di poter festeggiare il 25 aprile come ognuno ritiene meglio.
Ma sempre con l’orgoglio di essere italiani e vicentini.
LE IMMAGINI PIU’ BELLE DEL 25 APRILE
DISCORSO DEL SINDACO DI VICENZA FRANCESCO RUCCO
Concittadine e concittadini,
è con grande emozione che porgo a tutti voi, qui presenti oggi nella nostra splendida piazza, il saluto dell’Amministrazione comunale in occasione del 74° Anniversario della Liberazione.
Questa è una giornata di festa non solo per la nostra Città, ma per l’Italia intera, che 74 anni fa riconquistò la libertà dopo anni di violenza, sofferenza e distruzione. Anni forieri di ferite che ancora oggi, dopo tanto tempo, faticano a rimarginarsi nella memoria collettiva.
Saluto il Signor Prefetto – che abbiamo recentemente avuto l’onore e il piacere di accogliere a Vicenza – le Autorità civili, religiose e militari – in particolare i rappresentanti delle Forze dell’ordine che ogni giorno contribuiscono a garantire la sicurezza dei cittadini – i rappresentanti dell’Esercito degli Stati Uniti e gli amici americani che da tempo ospitiamo a Vicenza, i Parlamentari, gli Amministratori Regionali e Provinciali, il Presidente del Consiglio Comunale, il Vicesindaco, gli Assessori e i Consiglieri Comunali con i quali condivido l’esperienza straordinaria di amministrare questa Città.
Rivolgo un caloroso saluto ai rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, che desidero ringraziare per la preziosa opera di custodia e trasmissione di valori e memorie che svolgono, oltre che per il profondo senso civico che testimoniano con il loro costante impegno in favore delle comunità cui appartengono.
Mi sia consentito rivolgere un saluto particolarmente riconoscente alla Presidente ed ai collaboratori dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea “Ettore Gallo” di Vicenza per aver accolto l’invito dell’Amministrazione comunale a rendere questa celebrazione ancor più significativa attraverso l’autorevole intervento della professoressa Alba Lazzaretto, che tra poco pronuncerà l’orazione ufficiale.
Saluto e ringrazio, infine, tutti i cittadini che hanno accolto l’invito dell’Amministrazione ad essere presenti oggi in piazza per partecipare a questa occasione di festa per tutta la Città.
Conoscere la Storia è il modo migliore per tenere vivo un ricordo e onorarne la memoria di quanti hanno sacrificato con coraggio la propria vita perché altri potessero conoscere la libertà e la democrazia. Quel sacrificio sia per tutti un monito costante affinché nessuno debba più conoscere in futuro le atrocità della guerra, le privazioni della libertà e la violenza generata dall’odio politico che tante ferite inflissero anche alla nostra Città.
Per le generazioni nate dopo la guerra – in particolare per quelle più giovani – la pace, la libertà e la democrazia sono un dato di fatto, una condizione di vita acquisita, quasi naturale; eppure meno di un secolo fa, la libertà era ancora un ideale per cui combattere e morire, come fecero tanti patrioti, nostri concittadini e concittadine, durante il Risorgimento e la Resistenza, quando si opposero con coraggio all’invasore austriaco e all’oppressore nazista, conquistando la libertà sulla quale è stata costruita la nostra democrazia.
Noi possiamo solo immaginare cosa potesse significare vivere quei tempi di oppressione che indussero molti nostri concittadini a fare scelte coraggiose, pagandole sulla propria pelle, spesso a costo della vita…
Oggi noi ricordiamo quelle donne e quegli uomini rendendo onore alla Bandiera di Vicenza sulla quale spiccano le due medaglie d’oro al valor militare per la difesa della città durante la guerra d’indipendenza e l’attività partigiana durante la guerra di liberazione, senza dimenticare il contributo dei militari italiani internati nei campi di prigionia, che rifiutarono il rientro in Patria per onorare il giuramento di fedeltà alla bandiera, e quanti tra loro combatterono nelle file del nuovo esercito italiano a fianco delle truppe alleate.
Li ricordiamo oggi festeggiando l’Anniversario della Liberazione, ma dovremmo ricordarli ogni giorno, non solo il 25 aprile, perché a loro dobbiamo la nostra libertà. Mi chiedo, a tal proposito, se a distanza di quasi 75 anni, non sia giunto il momento per una riflessione sul significato profondo di questa ricorrenza, che purtroppo è ancora causa di divisioni.
Non si tratta di confondere i vincitori con i vinti. Si tratta di riconoscere e di celebrare, nel più grande rispetto della memoria delle vicende storiche, delle donne e degli uomini che oggi ricordiamo, il valore supremo della libertà, rendendo onore al coraggio di quanti allora, compresi i soldati degli eserciti alleati ai quali va la nostra sincera gratitudine, si sacrificarono perché oggi noi potessimo essere donne e uomini liberi.
In fondo, forse, quelle donne e quegli uomini avrebbero desiderato essere ricordati proprio per questo, per la libertà che conquistarono e di cui ci hanno fatto dono.
Il 25 aprile sia quindi per tutti la Festa della Libertà, non solo della Liberazione, in nome dell’universalità di un valore che prescinde da ogni rivendicazione politica e contrapposizione ideologica.
Dopo tanti anni, forse è giunto il momento di restituire a questa ricorrenza il significato più autentico e profondo della festa nazionale, ovvero la capacità di suscitare il senso di appartenenza ad una comunità che sul valore della libertà ha costruito – e intende continuare a costruire – il proprio destino per il bene civile della nostra Città, del Veneto e dell’Italia.
Viva Vicenza! Viva l’Italia! E soprattutto viva la Libertà!