Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU), in occasione della ricorrenza della Strage di Ustica verificatasi il 27 giugno del 1980 intende ricordarne la drammatica e intricata vicenda che tutt’ora non conosce verità.
Tale strage rimane tra le più oscure e inquietanti vicende della storia italiana insieme all’analogo disastro del volo Alitalia 112 di Montagna Longa, 5 maggio 1972. Entrambi i fatti comportarono la morte di tanti cittadini innocenti: 81 di cui 13 bambini Ustica e 115 Montagna Longa.
Oggi i familiari delle vittime e le associazioni come l’Associazione dei parenti delle vittime della Strage di Ustica, l’Associazione in memoria delle Vittime del Disastro Aereo di Montagna Longa e l’Associazione Memoria e Futuro giustamente reclamano chiarezza e una ricostruzione credibile dei fatti accaduti; invece, tante difficoltà, nonostante il trascorrere del tempo, si interpongono tra la luce e il buio.
Eppure i due avvenimenti hanno in comune alcuni aspetti: i due velivoli erano diretti all’aeroporto di Punta Raisi di Palermo; non partirono in orario, il primo di 113 minuti, a causa di un violento temporale e dei ritardi accumulati; il secondo di 25; erano due voli serali.
Per i parenti è stata e resta una ferita aperta. A bordo dei due aerei c’erano uomini, donne e bambini che non meritavano in assoluto di perire in un modo così cruento e soprattutto in circostanze ancora nebulose.
Recentemente è stata approfondita la questione da parte di alcuni giornalisti e in base alle ultime indagini sembrerebbe coinvolta l’aviazione militare francese, a causa di forti attriti all’epoca esistenti tra il governo libico di Gheddafi e l’Eliseo. Sfortunatamente Ustica si trova proprio sulla rotta delle operazioni francesi che venivano condotte dalla base corsa di Solenzara. Tutt’oggi la Francia nega ogni addebito (Ustica, il labirinto della verità. L’ultima indagine sul Dc-9 Itavia abbattuto il 27 giugno 1980, https://www.youtube.com/watch?v=ERfc4Ga4SeQ)
“In conclusione in tutte queste articolazioni di base s’è compiuta una sistematica distruzione di prove, in esecuzione di un preciso progetto che doveva impedire ogni ricostruzione dei fatti. […] Progetto concepito per non rivelare fatti ed eventi che non potevano esser palesati e che ha trovato realizzazione nella erezione di quella muraglia, più che muro, di silenzio o insostenibili menzogne; che si è estesa lungo tante, troppe istituzioni, nazionali e di altri Paesi e per anni non s’è nemmeno sbrecciata. Le cui dimensioni e resistenza sarebbe assurdo definire casuali e non effetto di quel progetto.” (Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore Rosario Priore, 31 agosto 1999, p. 4958, https://www.stragi80.it/doc/la-sentenza-ordinanza-del-g-i/)
Per il Giudice Istruttore Rosario Priore si è consumato un vero e proprio atto di guerra per il nostro Paese i cui confini sono stati violati con la prepotenza dell’impunità.
Legalità significa non solo attenersi alle regole comuni, ma anche riparare ai torti e ripristinare la verità laddove sia stata celata, soprattutto in funzione di strategie occulte. Dopo 41 anni per Ustica e 49 anni per il volo Alitalia 112 ci si augura che almeno qualche domanda possa trovare una risposta. I cittadini possono essere tenuti all’oscuro dei fatti ma non si può impedire loro di raccogliersi liberamente in associazioni e gruppi per cercare la verità. Nel tempo le notizie si aggiungeranno fino a formare finalmente un puzzle netto di quello che accadde in quelle sciagurate notti.
Il CNDDU propone di ricordare tali episodi nelle scuole come tappe drammatiche della nostra storia politica, inserendone la complessità storico-sociale in un percorso di Educazione civica rivolto alle scuole secondarie di secondo grado.
L’hashtag della giornata è #UsticaeMontagnalongaunitenelricordo
“Questa faccenda del mentire e del dire la verità è una lunga storia, è meglio non azzardare giudizi morali assoluti perché, se daremo abbastanza tempo al tempo, arriverà sempre il giorno in cui la verità diventerà menzogna e la menzogna si trasformerà in verità.” (José Saramago, Il Vangelo secondo Gesù Cristo, p. 150)
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU