Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto: “Ultimi due anni sprecati. Occasione storica per una giustizia più veloce e meno burocrazia. Da solo il Recovery non basta. Indice di correlazione negativo strettissimo tra PIL pro capite e cause pendenti ogni 1000 imprese”
Male: Veneto penultimo in Italia per numero di imprese per giudice (1.332), 434 in più rispetto alla media del Paese; La “distanza” tra il distretto giudiziario di Venezia e quello di Reggio Calabria è del 284% in più! Stessa situazione nel caso degli abitanti. Calano ancora i giudici (-3). Cresce il tasso di scopertura (13,9%).
Bene: Prosegue il calo delle cause pendenti -4,4% (-9% lo scorso anno). Nel 2020 la durata dei procedimenti civili in regione “aumenta” di 52 gg causa Covid ma molto meno che in Italia. I giorni medi necessari in regione (311) sono quasi 5 mesi in meno rispetto alla media Italia (457 giorni).
Correlazione: l’importanza di una giustizia efficiente viene ribadiita dalla stretta correlazione negativa che si registra trr PIL pro-capite e cause pendenti ogni 1.000 imprese nelle regioni che è pari a -0,82 (all’aumentare delle cause pendenti scende quasi nella stessa proporzione il PIL procapite)
“Cosa si aspettano le 126mila imprese artigiane venete dalla riforma della Giustizia? Innanzi tutto che si pensi anche al civile e non solo al penale -su cui si è impantanata la discussione degli ultimi mesi- che rischia di depotenziare la riforma nel suo complesso. Poi che un sistema caratterizzato da solide garanzie di autonomia e di indipendenza e da un alto profilo di professionalità dei magistrati venga sgravato dal problema dei tempi della celebrazione dei processi. La durata dei processi incide negativamente sulla percezione della qualità della giustizia resa nelle aule giudiziarie e ne offusca indebitamente il valore. Ed il costo economico è importante. Non che sia l’unico elemento di competitività ma lo strettissimo indice di correlazione negativo tra l’aumento del numero di cause pendenti ogni 1000 imprese ed un quasi corrispettivo calo del Pil pro capite (valore di -0,82) nel confronto tra le regioni d’Italia fa capire come la giustizia sia uno degli elementi su cui puntare anche per un maggiore benessere. Inoltre, come ricorda lo stesso PNRR, alla durata dei processi più elevata si associa una minore partecipazione delle imprese alle catene globali del valore una delle principali debolezze strutturali del nostro sistema. I problemi legati al fattore “tempo” in particolare per la giustizia civile e del lavoro, devono essere al centro dell’attenzione nel dibattito”. Ad affermarlo con forza Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto a commento dei dati del 5° Rapporto “La fotografia della giustizia: un confronto tra regioni” elaborato dall’Ufficio Studi della federazione.
“Stiamo seguendo con molta attenzione i vari fronti –prosegue-: se non c’è una riforma vera del fisco, una riforma complessiva della giustizia, una riforma della pubblica amministrazione vanifichiamo tutto. Arriveranno tanti soldi, ma se poi non ci sono riforme adeguate e politiche giuste, sono guai. Ed il tema della giustizia sovrintende un po’ tutti i problemi. La situazione in ambito di contenziosi civili è paludosa. Quando ci si trova a dirimere una causa che può insorgere in ambito lavorativo ha dei tempi biblici. Si vive con un’ansia e una precarietà che non fanno bene agli imprenditori. E questo scoraggia tutti gli investimenti, specialmente quelli che vengono dall’estero. I nostri progetti piacciono sulla carta, ma spaventano per il contesto. Molti abbandoni di investitori sono da imputarsi alla gestione della giustizia civile”.
La fotografia (penale e civile) – I dati 2021 mettono in luce in regione un ulteriore piccolo miglioramento dovuto più alla efficienza degli addetti ai lavori ed alla dinamica della società civile che dal progresso del sistema giustizia: il numero dei giudici fa un passo indietro e cala di 3 unità (+1 giudice ordinario e -4 onorari), il tasso di scopertura (la differenza tra quelli previsti e quelli effettivi) si impenna al 13,9%. A livello italiano si attesta al 16,7%. Il numero di imprese che “gravano” su ogni giudice resta a quota 1.332. Un dato altissimo rispetto alla media nazionale di 898 ed il 2° più alto in Italia (eravamo al 3° posto nel 2019). Il “peso” delle imprese che grava sul distretto giudiziario di Venezia è 3,8 volte quello che si registra a Reggio Calabria. Identica situazione nel caso degli abitanti il cui “peso” in Veneto per ogni giudice è di 13.596, terzo peggior dato italiano dietro a Brescia e Trento. Sempre rispetto a Reggio Calabria 3,8 volte in più.
La Giustizia Civile – scoraggiante anche la fotografia sulla giustizia civile e del lavoro, che riguarda più da vicino le imprese. Per il secondo anno consecutivo il tempo è trascorso senza grandi miglioramenti. I 232 giudici effettivi (ordinari ed onorari) del Veneto ad esse dedicati (tasso di scopertura 14,4%) hanno dovuto far fronte ad un bacino di 20.657 abitanti ciascuno (+33,3% rispetto ai 15.499 della media Italia) ed a 2.028 imprese, il 5° valore più alto in Italia dietro ai distretti di Trento (2.224), di Brescia (2.103), Firenze (2.095) e Torino (2.063 che include però anche la Valle d’Aosta) e +29,9% rispetto alla media. Magistrati che lavorano però con elevata efficienza dato che le cause medie pendenti per tribunale a fine 2020, sono ben al di sotto del valore Italia (11.664 contro le 14.072) e in totale scendono da 6 anni: siamo passati dalle 113.967 del 2015 alle attuali 81.648 con una contrazione del 28,4% (-4,4% solo nell’ultimo anno). Ad aiutare questo snellimento anche la minore litigiosità dei veneti che si esplicita in un calo costante delle cause aperte nell’anno passate dalle 143.399 del 2014 alle 91.108 del 2020. Un dato questo che risente di certo anche del lockdown e delle restrizioni dovute al Covid.
Anche la durata dei procedimenti civili (di primo grado), che andava accorciandosi negli ultimi anni, ha invece risentito delle procedure anti Covid ed è cresciuta in media in regione di 52 gg (311 i giorni medi). Un dato però che resta molto buono rispetto alla media italiana di 457 (101 giorni in più rispetto al 2019). Cittadini ed imprese devono attendere il 32% di tempo in meno qui da noi -quasi 5 mesi in meno- per avere una sentenza. Risultati non banali che contribuiscono a rendere il nostro territorio attrattivo per insediamenti produttivi e imprenditoriali in genere.
Giudici di pace – Peggiora, invece che migliorare, questo aspetto della giustizia civile. Rispetto allo scorso anno aumenta il già grande problema del tasso di scopertura che cresce di 2 punti percentuali (63,8%). Dei 105 giudici di pace previsti in pianta organica gli effettivi sono solo 38, e a livello nazionale va pure peggio con il 67,1% di carenza (1.155 operativi su 3.512 previsti). Una carenza che diventa palese se si va a misurare quante imprese e cittadini gravano mediamente su ognuno di loro: 126.657 abitanti a testa in Veneto (+142,4% rispetto alla media nazionale ferma a 52.259). Anche se di poco, le cose migliorano quando si parla di imprese. La nostra regione è la seconda peggiore nel Paese con 12.408 imprese per giudice di pace (+135,8% rispetto media Italia).
“L’efficienza del settore giustizia –afferma Boschetto– è condizione indispensabile per lo sviluppo economico e per un corretto funzionamento del mercato. Lo stesso PNRR richiama studi empirici che dimostrano come una giustizia rapida e di qualità stimola la concorrenza poiché accresce la disponibilità e riduce il costo del credito oltre a promuovere le relazioni contrattuali; incentiva gli investimenti; promuove la scelta di soluzioni organizzative più efficienti. Lo stesso Piano –ricorda– stima che una riduzione della durata dei procedimenti civili del 50% possa accrescere la dimensione media delle imprese manifatturiere italiane di circa il 10% e che, a livello aggregato, uno studio recente ha valutato che una riduzione da 9 a 5 anni dei tempi di definizione delle procedure fallimentari possa generare un incremento di produttività dell’economia italiana dell’1,6%. Qualsiasi progetto di investimento, per essere reputato credibile, deve potersi innestare in un’economia tutelata, e non rallentata da un eventuale procedimento giudiziario, così come deve essere posto al riparo da possibili infiltrazioni criminali. Le prospettive di rilancio del nostro Paese sono, insomma –conclude Boschetto-, fortemente condizionate dall’approvazione della forma e degli investimenti previsti”.