5G e le antenne ‘virali’ per il… Covid, Primo Mastrantoni (consulente di Aduc): bufale, paure e realtà

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Si dà il caso che due persone, nello stesso giorno e ora, corrano calzando la medesima marca di scarpe e, contestualmente, piova – afferma in una nota che pubblichiamo Primo Mastrantoni consulente di Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr). Evidentemente, non esiste nessuna correlazione tra la marca delle scarpe indossate dai corridori e la pioggia, ma qualcuno potrebbe trovarla.

E’ lo stesso qualcuno che mette in relazione la diffusione del Coronavirus con la tecnologia 5G. Il ragionamento è il seguente: il virus è sorto nella metropoli cinese di Wuhan dove è diffusa la presenza di antenne 5G, quindi, l’infezione virale è propagata dal 5G che, inoltre, uccide gli uccelli e “cuoce” il cervello delle persone. Ovviamente, non c’è nessuna correlazione tra 5G e diffusione virale, anche perché il virus è presente in Paesi dove non ci sono antenne 5G. Insomma, il virus non viaggia a cavallo delle onde del 5G, ma questa convinzione si è diffusa così tanto che è arrivata anche nelle istituzioni, dai comuni fino al Palazzo Chigi di contiana memoria.

Ma che cosa è questo 5G?
Vediamo.

5G significa quinta generazione e segue la quarta generazione (4G). E’ una nuova modalità di connessione mobile, che rivoluzionerà i nostri sistemi di telecomunicazione, coinvolgendo strutture mobili e fisse, aumentandone la velocità, diminuendo i tempi di risposta e consentendo la contemporanea connessione con più dispositivi contemporaneamente.
Per dare una idea della rapidità, e quindi della capacità di trasmissione dei dati su una rete informatica, si consideri che può correre a una velocità di picco teorica fino a 20 gigabit per secondo, mentre il 4G viaggia a 1 gigabit per secondo. In termini pratici, si potrà scaricare un film di 2 ore in 10 secondi. Non solo, si aprirà il mondo di “Internet delle cose” (IoT) che vuol dire la possibilità di collegare contemporaneamente sistemi di sorveglianza, viabilità, sensori, elettrodomestici, ecc. Ad esempio, si potrà attivare il sistema di climatizzazione in relazione alla lontananza dell’utente e alla scelta dei locali. Nel settore sanitario i pazienti potranno essere monitorati a distanza o trasferire, in tempo reale, tutte le informazioni mediche prima dell’arrivo in ospedale. La tecnologia 5G può essere applicata in diversi settori quali i trasporti, la logistica, l’industria automobilistica, la robotica, l’agricoltura, ecc.

Ma come funziona?

I dispositivi elettronici (es. i cellulari) sono, ormai, diffusissimi e con essi le antenne indispensabili ai collegamenti. La tecnologia 4G opera con una diffusione costante e a ventaglio, mentre quella 5G è puntuale verso il dispositivo e attiva per il periodo nel quale viene usata, con risparmio energetico e minore esposizione ai campi elettromagnetici.
La tecnologia 5G opera con le stesse frequenze del forno a microonde, di qui la bufala che potrebbe “cuocere” il nostro cervello. C’è un particolare da non trascurare: il segnale 5G è milioni di volte più debole di quella del forno a microonde, a causa della distanza e della diminuzione di potenza. Insomma, l’effetto “cottura” non c’è e, invece di preoccuparsi delle antenne, sarebbe utile prestare attenzione all’uso del cellulare: è consigliabile l’utilizzo di auricolari con filo.

Per quanto riguarda invece i potenziali danni (anche delle tecnologie attuali), sappiamo che sono più che altro dovuti ai cellulari piuttosto che le antenne, per una ragione di distanza e di potenza. Pochi utilizzano gli auricolari che riducono l’assorbimento di onde da parte del cervello.

Primo Mastrantoni, Aduc