Il sindaco di Vicenza, sentiti alcuni sindaci della provincia che hanno preso la stessa decisione, ha revocato l’ordinanza, firmata il maggio scorso, che stabiliva la sospensione della sperimentazione o attivazione di impianti 5G.
Il provvedimento, nato allo scopo di comprendere se tali dispositivi potessero danneggiare la salute, è stato reso inefficace a seguito della pubblicazione del decreto legge numero 76 del 16 luglio 2020 (“Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale”) con cui si stabilisce che i sindaci non possono vietare l’installazione di reti 5G sul proprio Comune.
“Questa novità legislativa – afferma il sindaco – espone i comuni a sicuri contenziosi da parte delle compagnie telefoniche. Abbiamo solo la possibilità di intervenire, attraverso il Piano antenne già adottato da questa amministrazione, in merito ai luoghi in cui potrà essere previsto il posizionamento di antenne e ripetitori. In ogni caso proseguiremo il confronto con Arpav e Ulss per avere effettiva certezza che il 5G non provochi danni alla salute pubblica”.
La norma
Il comma 6 dell’articolo 38 del decreto “Semplificazione”, che va a sostituire l’articolo 8, della legge 22 febbraio 2001, n. 36 afferma che “i comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato ai sensi dell’articolo 4”.