Manifestiamo l’8 marzo contro il peggioramento delle condizioni di lavoro delle donne – scrive nella nota-locandina che pubblichiamo Usb Veneto -, il mancato accesso al lavoro, la discriminazione economica e il percorso a ostacoli che una donna deve compiere per potersi liberare da legami violenti e salvarsi la pelle.
Contro La violenza economica, che vede il primato dei licenziamenti delle donne, i part time obbligatori, la strategia dei licenziamenti mascherati da trasferimenti a chilometri di distanza da casa.
Contro la politica spesse volte appoggiata dalle organizzazioni sindacali confederali di Cgil Cisl e Uil nell’ambito dei rinnovi contrattuali che punta ad un aumento progressivo dell’orario di lavoro, a fronte di salari tra i più bassi d’Europa e che ancora oggi non riconosce un salario minimo per legge a 10 euro l’ora.
L’8 marzo è una data importante, la giornata dello sciopero generale a tutela dei diritti delle donne. In questa giornata è doveroso respingere tutte le guerre. La USB chiede la tregua immediata.
La mattina manifesteremo a Venezia sotto le finestre della sede della Rai Veneto in Campo San Geremia contro il lavoro povero, diffuso soprattutto nelle categorie dove è prevalente il lavoro femminile, migrante e giovanile.
Per una reale democrazia e rappresentanza nei luoghi di lavoro.
Saranno presenti le 7 donne licenziate per non aver firmato un accordo capestro voluto dalle Oo.Ss. di Cgil Cisl e Uil, che nell’ambito del cambio di appalto dei cantieri della ex Dhl Supply Chain di Isola Vicentina imponeva il passaggio alla società subentrante, alla firma di un verbale di conciliazione: “Se firmi passi, se non firmi sei licenziata”
Saranno presenti le donne dei musei civici veneziani che lottano contro gli appalti al massimo ribasso, contro un’amministrazione comunale che vuole smantellare la cultura e lo spettacolo nella città di venezia, unica al mondo.
Via le cooperative dal servizio pubblico e reinternalizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori
Unione Sindacale di Base Veneto – USB Veneto