Quest’anno, dal 10 al 12 maggio, la 95ª Adunata Nazionale degli Alpini si terrà nella nostra città e, come Giovani Comunisti/e di Vicenza, come scrivono nella nota che pubblcichiamo di seguito, non abbiamo potuto fare a meno di interrogarci sulla questione.
In particolare, ci ha colpito un affisso, visibile per le strade del Comune, il quale recitava il motto di questa Adunata: “Il sogno di Pace degli Alpini“.
Subito, ci siamo chiesti, anche con un pizzico di amara ironia, a quale tipo di Pace gli Alpini facciano riferimento: a quella delle loro ammirabili azioni di volontariato, di cui l’ANA è da decenni promotrice, oppure a quella della statua dell’Alpino armato nel Parco Tito Livio a Padova, voluta dalla stessa ANA e commissionata dal Consiglio Comunale a maggioranza PD?
Di primo acchito, si potrebbe controbattere dicendo che è semplicemente una rappresentazione storica del ruolo dell’Alpino nella Grande Guerra ma, se si va a leggere lo statuto dell’Associazione Nazionale Alpini, i dubbi salgono. L’articolo 2 recita infatti: Associazione apartitica, l’Associazione Nazionale Alpini si propone di:
a) tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta;
b) rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizione i vincoli di fratellanza nati dall’adempimento del comune dovere verso la Patria e curarne, entro i limiti di competenza, gli interessi e l’assistenza;
c) favorire i rapporti con i Reparti e con gli Alpini in armi […]
Questi tre punti non sembrano discostarsi molto dalla retorica con cui le guerre mondiali sono nate. Gli alpini hanno combattuto una guerra padronale e protezionista ed il punto A sembra glorificarla. Non chiediamo di credere che avrebbero dovuto ribellarsi, ma di chiarire meglio quali siano le “glorie” di cui parlano, dal momento che per noi le loro glorie sono state quelle di portare a casa la pelle da una guerra inutile, a cui erano stati sottoposti. Da qui, ci possiamo collegare al punto B: andare in guerra contro le altre nazioni è un dovere verso la Patria? È questo, allora, l’ideale dell’ANA e degli alpini? Se così fosse, sarebbe un sogno di Pace alquanto bellicista e nazionalista, che poco si sposa con l’idea di Pace che abbiamo noi in mente, cioè quello di una Pace che sia anche Internazionale e Pacifista. Infine, il punto C, sembra andare contro i principi di serenità internazionale che tutti gli Stati membri dell’ONU volevano alla fine delle due guerre. Noi pensiamo che anche l’ANA dovrebbe essere favorevole ad una politica di disarmo progressivo delle forze di ogni esercito, ma qui sembra che i rapporti tra i diversi reparti di guerra si vogliano addirittura implementare.
ANA ed Alpini non hanno mai fatto chiarezza sulla loro effettiva posizione in merito alle due guerre mondiali e, specialmente nei confronti della Prima, dovrebbero spiegare se intendono celebrare il loro Corpo Militare come un insieme eroico di persone, mandato a morire in una guerra nazionale e fratricida o, se invece, insieme alle proprie gesta, esaltano anche quei valori che hanno spinto i governi dell’epoca a brutalizzare i propri cittadini in una terribile carneficina.
Se la risposta è la prima, comprendiamo perfettamente il sentimento che muove la tradizione alpina. Chiunque considera eroico il fatto che molte persone, tra cui anche molti giovani, siano costrette a lottare per la loro vita a causa di interessi altrui.
Se, però, come sembra lasciar presagire lo statuto dell’ANA, la risposta che più si avvicina alla realtà è la seconda, sarebbe ironico ospitare gli Alpini 2 settimane dopo il ripristino della Clausola Antifascista da parte della giunta comunale
Solo così noi Giovani Comunisti/e potremmo dirci favorevoli al passaggio degli Alpini a Vicenza, ma, evidentemente, all’amministrazione Possamai questa ambiguità non crea alcun disturbo, anche a condizione di ospitare una parata di nostalgici guerrafondai.
Giovani Comunisti/e di Vicenza