A Brendola aria e acqua pulita, il sindaco Bruno Beltrame: “grazie a un nuovo acquedotto”

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Il Comune di Brendola negli ultimi anni è stato protagonista di diverse problematiche che hanno riguardato la qualità dell’acqua e dell’aria. Ora l’ambiente sembra finalmente risollevarsi grazie a un nuovo acquedotto, che va a risolvere il problema dell’inquinamento da PFAS e alla pulizia dell’aria, dopo il famigerato incendio della ditta Isello Vernici avvenuto nel luglio 2019. A metà del suo mandato, il Sindaco di Brendola Bruno Beltrame ci racconta l’aria nuova che si respira. E l’acqua potabile che arriva…

Come state risolvendo il problema dell’inquinamento da PFAS? Arriverà finalmente l’acqua potabile?

“Nel mese di febbraio2020 partiranno i lavori di posa in opera della tratta di acquedotto Recoaro- Montecchio- Brendola che porterà finalmente acqua potabile priva di PFAS proveniente da Recoaro e che alimenterà il Comune di Brendola e il surplus alimenterà Sarego e poi Lonigo. Brendola è sede del campo base che verrà posizionato all’altezza di Via Giolitti ai confini tra Brendola e Sarego. Inoltre Brendola, che è il primo Comune a monte in zona rossa, sarà attraversato anche dalla condotta acquedottistica che dal padovano porterà acqua potabile priva di Pfas nei comuni della zona rossa. Proprio a Brendola ci sarà l’incrocio delle due condotte quella da Recoaro e quello dal padovano con tubi del diametro di 1 metro, quindi tubature molto importanti, e nel punto d’incontro delle due linee sarà costruito un grande pozzettone interrato di circa 100 metri quadri fondo 3 metri dove saranno ospitate tutte le valvole di smistamento. Queste condotte verranno eseguite da Veneto Acque spa e Acque del Chiampo spa  per un costo di circa 53/54 milioni di euro e rientrano nel piano acquedottistico regionale MOSAV. Ringrazio il Presidente Zaia e il commissario straordinari dott. Dell’Acqua perché in due anni si è riusciti a pensare, progettare e far partire questa importante opera a tutela della salute pubblica per una questione d’inquinamento ambientale di enorme portata che ha colpito una gran parte dei nostri territori. Era l’agosto del 2017 quando andammo in Regione per discutere l’idea di questo acquedotto, Febbraio 2020 partono i lavori. In campagna elettorale nel maggio 2017 avevamo promesso che avremmo portato acqua potabile priva di PFAS in tempi certi e brevi. Promessa mantenuta, grazie alla sensibilità della Regione Veneto e di tutti i gestori del servizio idrico integrato, 53 milioni di euro di opera pubblica sono partiti in soli due anni. Sono molto soddisfatto”.

Come avete affrontato le conseguenze della “nube tossica” che si era formata a Brendola a seguito dell’incendio della fabbrica Isello Vernici del 1 luglio 2019?

“Tramite la pulizia del sito, che è terminata nel dicembre 2019. Dopo l’azione di emergenza dei primi mesi a seguito dell’incendio del 1° luglio, i “media” hanno spento i riflettori sul caso e quindi penso sia importante relazionare la popolazione sul proseguo delle attività di risanamento e sul futuro di quel sito. Lo smaltimento dei rifiuti e la demolizione dei fabbricati incendiati è proseguita spedita e veloce grazie alle continue interazioni tra Amministrazione Comunale ed azienda al fine di togliere, quanto prima, tutte le sostanze che potevano essere possibile fonte di inquinamento. Verso metà dicembre 2019 il sito è stato completamente sgomberato e reso definitivamente sicuro. Ora si dovrà procedere con una relazione preliminare al fine di verificare i terreni circostanti e il Fiumicello Brendola, per capire con la Provincia e l’Arpav, quali azioni di bonifica ambientale dovranno essere intrapresi. Nel periodo settembre-novembre 2019 sono stati verificati vari pozzi nel nostro territorio, che attingono acqua dalle falde sotterranee e da queste analisi non è emerso nessun tipo di inquinamento dovuto all’incendio del 1° Luglio. Nel contempo a novembre 2019, come Amministrazione, abbiamo approvato in consiglio comunale una norma per tutte le aziende produttive site nel nostro territorio, che siano Insalubri di 1 e 2 classe e che abbiano obbligo di Certificato Prevenzione Incendi, che le obbliga ad istituire una assicurazione per danni ambientali, visto che per normativa nazionale tali assicurazioni sono obbligatorie solo in pochissimi casi. Molti si chiedono quale sarà il futuro del sito incendiato, le malelingue e chi cerca di fare campagna elettorale contro questa amministrazione, utilizzando squallidamente le disgrazie, raccontano che la demolizione è stata veloce solo perché la ditta deve ricostruire lì. Nulla di tutto questo. La demolizione è avvenuta velocemente perché l’amministrazione ha pressato e pressa costantemente la ditta affinché si concludano quanto prima tutte le operazioni di smaltimenti e bonifiche ambientali a fronte di una ordinanza emessa l’8 luglio dal sottoscritto, che al suo interno obbliga la ditta a: “ provvedere all’immediata rimozione e avvio al recupero o smaltimento di tutti i rifiuti, solidi o liquidi, nessuna tipologia esclusa, presenti nel sito aziendale e originati dall’incendio più sotto descritto; la rimozione dei rifiuti in questione dovrà avvenire nel più breve tempo possibile e comunque in quello ragionevolmente compatibile sul piano tecnico”. Inoltre stiamo predisponendo con la ditta, un accordo che prevede due punti chiari: il primo è che il sito incendiato venga modificato da industriale a commerciale-direzionale e quindi non possa più ospitare nessun tipo di attività produttiva, il secondo che la ditta possa produrre solo per qualche anno vernici all’acqua nel capannone Ex-Lydra, per poi spostarsi definitivamente in altra zona industriale anche fuori Brendola. Abbiamo già avviato l’iter della variante urbanistica per trasformare il sito da industriale a commerciale – direzionale e non abbiamo rilasciato, ad oggi, nessun permesso alla ditta per produrre fintanto che non venga sottoscritto l’accordo. Il nostro obbiettivo è difendere la sicurezza della popolazione facendo in modo che la ditta si sposti e in quel sito, particolarmente delicato per la presenza dei corsi d’acqua, non si possano più insediare attività produttive ma solo uffici o negozi”.

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