Venerdì notte notte il litorale veneto è stato testimone di un evento eccezionale, una tartaruga Caretta caretta ha depositato le sue uova nella spiaggia di Jesolo. L’evento è a dir poco inusuale visto che nell’area mediterranea dei circa 7 mila nidi di tartarughe marine individuati ogni anno, solo alcune centinaia si trovano sulle coste italiane concentrati prevalentemente in Sicilia, Calabria, Campania e in misura minore in Puglia, Lazio, Toscana, Basilicata e Sardegna.
Negli ultimi anni non si erano mai registrati episodi del genere nel nord Adriatico. Secondo le ultime analisi la Caretta caretta starebbe infatti ampliando il suo areale spingendosi nelle zone più occidentali e settentrionali del Mediterraneo, complici anche i cambiamenti climatici.
Legambiente ha collaborato fin dalle prime ore con il Comune di Jesolo, l’Ufficio Circondariale Marittimo di Jesolo e con il CERT – Dipartimento BCA dell’Università di Padova mettendo a disposizione le proprie competenze ed esperienze. In queste settimane sono infatti centinaia i volontari coordinati da esperti ricercatori già impegnati nel programma Tartawatchers promosso da Legambiente e patrocinato dal Ministero della Transizione Ecologica attivi per individuare e proteggere i nidi della tartaruga marina Caretta caretta.
Ora sarà necessario garantire adeguata sorveglianza affinché le uova possano giungere alla schiusa e Legambiente si è già attivata per raccogliere le adesioni dei cittadini interessati a svolgere servizio di volontariato per la protezione del nido. Modalità e tempi saranno quelli indicati dal coordinamento affidato all’Università di Padova. Nel frattempo è possibile segnalare la propria disponibilità scrivendo a legambiente.venetorientale@gmail.com
Ma l’azione di Legambiente non si vuole limitare al monitoraggio e alla protezione dei nidi. E’ noto infatti che una volta deposte le prime uova la Caretta caretta può ritornare più volte durante la stagione estiva nello stesso tratto di costa per ulteriori deposizioni. “Per questo – dichiara Luigi Lazzaro presidente Legambiente Veneto – prevediamo di attivare un’intensa attività di informazione e coinvolgimento delle amministrazioni locali, dei turisti e dei gestori degli stabilimenti balneari che attraverso il personale di spiaggia possono contribuire a identificare nidi di tartarughe o a segnalare eventuali schiuse di tartarughini”.
Il ruolo fondamentale degli operatori balneari si è già riscontrato fin dalle prime ore dalla inaspettata covata: è infatti grazie all’attenzione e disponibilità del titolare dello stabilito Casablanca Alessandro Berton se è stato possibile attivare rapidamente l’intervento di protezione del nido. Allo stabilimento Casablanca ed a tutti gli operatori balneari della costa, che vorranno aderire, è indirizzata l’iniziativa di Legambiente “Lidi amici delle tartarughe marine” che prevede il supporto dell’associazione nelle attività di informazione e sensibilizzazione dei bagnanti in caso di avvistamenti e l’adozione di misure per la gestione e la protezione dei nidi, ad esempio con misure per ridurre le fonti di inquinamento acustico e luminoso durante il periodo della nidificazione e della schiusa. Visto l’evento eccezionale di Jesolo, che potrebbe non rimanere un caso isolato, Legambiente invita tutti a segnalare al servizio SOS Tartarughe eventuali tracce di possibili presenze di nidi al servizio inviando un messaggio wathsapp al 349.2100.989