A Palazzo Franchetti il workshop “Comunicare l’incertezza delle previsioni meteo-marine”

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Comune di Venezia
Comune di Venezia

Si è svolto questa mattina a Palazzo Franchetti il workshop “Comunicare l’incertezza delle previsioni meteo-marine”, organizzato nell’ambito del progetto europeo Interreg su programma Adrion, denominato iStorms, di cui il Comune è capofila.

Nel corso dell’appuntamento, a cui sono intervenuti alcuni dei massimi esperti in materia, sono state approfondite le principali fonti di incertezza nei modelli di previsione globali e locali, così come le tecniche e gli indici per definire l’incertezza. Un focus è stato inoltre dedicato alla comunicazione dell’incertezza di previsione e del rischio per l’utente finale da parte delle autorità di Protezione civile.

A portare i saluti dell’Amministrazione comunale il Capo di Gabinetto del sindaco, Morris Ceron, insieme alla dirigente del Settore Ricerca fonti di finanziamento e Politiche comunitarie del Comune di Venezia, Paola Ravenna.

“Siamo particolarmente orgogliosi – ha sottolineato Ceron – di ospitare oggi questo importante momento di confronto a conclusione di un anno di lavori del progetto transnazionale I Storms, che vede 9 partner di cinque Paesi che si affacciano sul Mar Adriatico. L’obiettivo è migliorare le capacità sull’interoperabilità dei dati, le procedure di protezione civile e di allertamento e raggiungere una conoscenza condivisa sulla gestione integrata delle mareggiate. Nessuna città può essere più adatta di Venezia a parlare di questi fenomeni – con cui quotidianamente conviviamo – a un anno dell’acqua alta eccezionale che investì il centro storico”.

Nel ricordare il recente aggiornamento del Piano integrato degli interventi in caso di alta e di bassa marea, che ha visto il coinvolgimento di 36 Enti, il Capo di Gabinetto ha voluto poi esprimere un ringraziamento agli esperti del Centro maree del Comune di Venezia, su cui l’Amministrazione comunale ha investito negli ultimi tre anni importanti risorse. “Eventi come quelli dell’anno scorso – ha continuato Ceron – testimoniano che è necessario accelerare la conclusione del Mose, ma soprattutto che è indispensabile pensare a un modello di gestione dell’opera, in cui siano coinvolti il Comune, la Città Metropolitana di Venezia e soprattutto l’ufficio che da anni si occupa della gestione delle maree. Abbiamo invece dovuto leggere sui giornali – ha rimarcato – che i primi di novembre verranno effettuate le prove di innalzamento delle paratie del Mose.
La nota positiva – ha concluso – è che progetti come I Storms testimoniano che l’Europa c’è. Anche attraverso questi workshop dobbiamo pensare a quelli che sono e saranno le iniziative del futuro sulle previsioni, sulla sostenibilità di una città che deve essere resiliente, difendersi dai fenomeni eccezionali e poi vivere la quotidianità”.

La gestione degli eventi meteo marini sarà oggetto di una nuova proposta di progetto europeo – ha spiegato Paola Ravenna – che vedrà coinvolte Italia e Croazia.

L’incontro, moderato dalla giornalista Elisa Billato, ha visto gli interventi di Roberto Buizza, Scuola Superiore S. Anna di Pisa; Luigi Cavaleri, ex direttore del CNR-ISMAR; Georg Umgiesser CNR-ISMAR, responsabile del gruppo di ricerca sui modelli numerici per la previsione del livello del mare del CNR-ISMAR; Luca Soppelsa, direttore della Protezione Civile Regione Veneto; Carlo Cacciamani, Responsabile Centro Funzionale Centrale – Dipartimento Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il seminario si è concluso con tavola rotonda nel corso della quale è stato proposto che per informare correttamente la cittadinanza sia necessario fornire un nuovo parametro: la percentuale di affidabilità della previsione.

“La comunicazione – ha affermato l’assessore alla Protezione civile, Giorgio D’Este, a chiusura del convegno – riveste un ruolo prioritario per far capire ai cittadini che c’è differenza tra quella che è una previsione e il dato certo. Per questo l’Amministrazione comunale sta investendo molte risorse per aggiornare e potenziare gli strumenti di comunicazione: dal nuovo servizio via Telegram alla piattaforma informatica che metterà in rete tutti i soggetti coinvolti nelle situazioni di emergenza. Un’attenzione particolare – ha evidenziato D’Este – deve inoltre essere riservata al linguaggio, in modo tale che le informazioni fornite siano chiare e comprensibili per tutti. Soltanto continuando a intrecciare realtà diversificate, ma unite dallo stesso comune denominatore, si può riuscire a migliorare la capacità previsionale e ad offrire un servizio migliore”.

Venezia, 28 ottobre 2019