A Palermo l’inaugurazione dell’Anno giudiziario tributario 2025, la cerimonia a Palazzo Steri

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PALERMO (ITALPRESS) – Con i saluti del rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri si apre, nell‘Aula Magna di Palazzo Steri, la cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario tributario 2025.

“Questo è un luogo che accoglie tante inaugurazioni, non solo in ambito accademico: è con estremo piacere che voglio porgere il mio saluto a questa importante manifestazione che coinvolge il mondo tributario”, sottolinea Midiri.

Le parole di Novara

“Nel lungo periodo, circa un decennio, il numero di nuovi procedimenti sopravvenuti a livello nazionale, sia in primo che in secondo grado, è andato calando fino all’anno 2021, mentre ha subito una brusca impennata, per quanto riguarda i ricorsi in primo grado, nel 2022, nel 2023 e ancor di più nel 2024”. Lo afferma nella sua relazione il presidente della Corte di Giustizia tributaria di secondo grado della Sicilia, Antonio Novara, durante la cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario 2025. “Per la Regione Sicilia i ricorsi in primo grado sono stati circa 224 mila, con la sopravvenienza più alta avutasi presso la Corte di primo grado di Catania – prosegue Novara -. Solo la Campania ha registrato numeri più alti. Le Corti siciliane di primo grado hanno, però, esaurito il maggior numero di ricorsi a livello nazionale, ben il 20,7% con 308.829 decisioni. Nonostante l’elevatissimo numero di definizioni, il dato dei ricorsi pendenti risulta, tuttavia, ancora assai critico: al 31 dicembre 2024 risultavano pendenti davanti alle Corti di primo grado ben 49.751 controversie (oltre 4mila in più rispetto a quelle pendenti alla fine dell’anno precedente e oltre 10mila in più rispetto a quelle pendenti al 31 dicembre 2022), con le punte maggiori soprattutto nelle due grandi città metropolitane. Il trend di sopravvenienze ha subito un’ulteriore accelerazione nel 2023, proseguita nel 2024 con l’iscrizione di ben 37.360 nuovi ricorsi; d’altro canto nel primo scorcio di quest’anno le controversie pervenute sono già 6.438, con punte allarmanti a Catania e Messina. Il susseguirsi ormai da più di tre anni dell’aumento delle sopravvenienze lascia temere che ci si trovi dinanzi a un fatto strutturale, che occorre fronteggiare con adeguate misure. Venendo alla Corte di secondo grado, vi è stata a livello nazionale una generale contrazione delle sopravvenienze fino al 2023, ma nel 2024 si è avuto un aumento del numero di nuovi procedimenti pari al 15% circa rispetto all’anno precedente”.

“La tendenza al rialzo nel 2024 – sottolinea il presidente Novara – si è registrata pressappoco nella stessa misura anche in Sicilia, ma dai primi dati del 2025 sembra destinata, purtroppo, ad aumentare. Nonostante l’encomiabile sforzo messo in atto per la riduzione dell’arretrato, desumibile dal numero di procedimenti d’appello definiti, nel panorama nazionale le pendenze davanti a questa Corte sono però rimaste, al 31 dicembre 2024, con il valore assoluto più alto (esattamente 20.144 procedimenti), pari al 23,98% del totale nazionale, con una diminuzione, però, di quasi il 2% sul dato nazionale. In sostanza, mentre davanti alle Corti siciliane di primo grado l’arretrato ha purtroppo fatto un ulteriore salto in avanti, imputabile soprattutto al considerevole incremento delle sopravvenienze, nella Corte di secondo grado è al contrario proseguita l’ottima performance riportata nel biennio 2020/2021 e consolidatasi nel 2022, nel 2023 e da ultimo anche nel 2024, nel quale l’arretrato ha registrato un calo di quasi 5mila procedimenti. In definitiva, nel corso del quinquennio che va dal 2020 al 2024 si è avuta una riduzione delle pendenze nel numero di oltre 21mila procedimenti, che ha comportato un decremento percentuale complessivo di oltre il 50% in soli cinque anni. Ritengo che gli obiettivi raggiunti possano essere ripetuti pure nel 2025 grazie all’impegno ininterrottamente dimostrato da tutti i componenti della Corte”.

“In ordine al processo telematico, le dotazioni strutturali necessarie al suo funzionamento esigono nell’immediato futuro un netto miglioramento. Infatti, se la norma che stabiliva che le udienze in primo grado davanti al giudice monocratico dovessero essere celebrate con collegamento da remoto è stata abrogata, è comunque prevedibile che, via via nel tempo, le udienze a distanza sia dinanzi al giudice unico che al giudice collegiale saranno la regola e quelle in presenza l’eccezione. Ciò ovviamente renderà indispensabile migliorare nella quantità e nella qualità gli strumenti informatici che, nella situazione attuale, creano ancora qualche difficoltà, soprattutto nel caso in cui più udienze si svolgano contemporaneamente – aggiunge Novara, – Sarà altrettanto inevitabile reperire gli spazi necessari. Di questi spazi credo che nessuna delle Corti di primo grado al momento disponga; né saranno sufficienti neanche quelli di cui attualmente gode la Corte regionale, che mi auguro possa essere ospitata in un immobile solo a essa riservato. In questo senso ho manifestato l’anno scorso il mio compiacimento per la dichiarazione fatta dal presidente della Regione circa la volontà di operare perché fosse assicurata alla Corte, unitamente ad altri uffici giudiziari, una sede adeguata alla dignità della funzione che essa esercita. Purtroppo nessuna novità ha fatto seguito a quella dichiarazione, ma sono certo che si tratta di questione nient’affatto accantonata e di cui mi preme sottolineare l’importanza. Se le criticità di cui ho detto verranno superate, non ravviso altri ostacoli all’ulteriore proficuo funzionamento del processo telematico, che può ritenersi ormai entrato nella vita quotidiana di tutti i giudici, i quali ne fanno uso, con rarissime eccezioni, per lo studio delle controversie e la redazione delle sentenze, così alleviando il lavoro delle segreterie e contribuendo a ridurre significativamente i tempi di deposito e di pubblicazione dei provvedimenti”.

– foto xd8/Italpress –

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