Fare rivivere la Fabbrica Alta di Schio, “gigante” da anni silente e addormentato, trasformandola in una sorta di grande strumento sonoro e visivo, e immaginandone anche nuove destinazioni e un diverso destino: è l’obiettivo di “Deus Ex Fabrica”, progetto che segna la fase conclusiva del percorso di rigenerazione culturale “FabricAltra”, promosso dal Comune di Schio insieme alla Fondazione Teatro Civico di Schio, con il coordinamento scientifico del Laboratorio di management dell’arte e della cultura dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il percorso, partito la scorsa primavera, ha accompagnato come una sorta di filo rosso il 2017, anno di celebrazione del bicentenario della fondazione della Lanerossi.
I primi risvegli già nel periodo natalizio: in questa fase i cittadini di Schio hanno assistito alle sperimentazioni del collettivo di artisti professionisti D20, ideatori e curatori dell’innovativo progetto. Grazie ai linguaggi dell’arte e delle tecnologie digitali la Fabbrica si anima e si esprime attraverso suoni e parole, colori e immagini, resa “sensibile” all’ambiente e alle presenze umane e in dialogo con la città e il mondo. Le sue “reazioni”, imprevedibili e sorprendenti come quelle di un organismo vivente, proseguiranno da qui alla primavera.
“Deus Ex Fabrica”, infatti, chiama all’azione dall’Italia e dal mondo artisti digitali, multimediali, sound artists, compositori. Al momento attuale sono già oltre una ventina gli artisti che hanno risposto alla call internazionale, e ora è in corso la valutazione dei loro progetti per definire il programma delle residenze online che, da qui al 21 marzo, vedranno impegnato un protagonista a settimana in “interazioni artistiche a distanza” con le installazioni audio e video della Fabbrica.
Due gli artisti selezionati per questo primo mese del 2018. Questa settimana, fino a domenica 21 gennaio, toccherà a Juan Duarte, artista multimediale di Città del Messico che si muove nella linea di confine tra analogico e digitale utilizzando le interferenze tra ambiente, oggetti e sensori per generare suoni e visual. Tra i suoi interessi, proprio la sonorizzazione degli spazi pubblici e la cartografia sonora, ossia la descrizione dei luoghi attraverso mappe di suoni. Fra i suoi progetti spicca “The Zone”, istallazione-performance realizzata a Firenze presso il Giardino di Boboli.
Sarà poi il turno, da lunedì 22 a domenica 27 gennaio, di Ryan Carlile, artista statunitense il cui progetto per “la Fabbrica Alta di Schio prevede musica “generativa”, ossia creata attraverso degli algoritmi che egli stesso programmerà da Portland tramite la piattaforma informatica creata ad hoc per la fabbrica. L’artista è noto in Italia grazie al progetto musicale “Visible Cloaks”, in duo con Spencer Doran; la loro uscita discografica “Reassemblage” è stata inserita tra i migliori dischi del 2017 dalla redazione di “Sentire/Ascoltare”. E Pitchfork, webzine a stelle e strisce di critica musicale, ha detto di loro: «La musica ambient difficilmente classificabile di Visible Cloak è un mix affascinante di elementi naturali e sintetici, di passato e futuro».
Così, da qui a fine mese, eventi sonori e visivi “provocati a distanza” dai due artisti animeranno la fabbrica durante il corso di ogni singola giornata, intensificandosi verso sera per diventare intorno alle ore 18 una sorta di “appuntamento fisso” con la città.
A fine mese, venerdì 26 gennaio alle 18, un vero e proprio evento costituirà la restituzione pubblica della creazione sonoro-visiva dei due artisti. L’appuntamento sarà preceduto, dalle ore 16 alle ore 17, da una conversazione-dibattito sul futuro della Fabbrica, che vedrà intervenire esperti dell’Università Ca’ Foscari, rappresentanti del Comune di Schio e associazioni locali, con l’obiettivo di confrontarsi e condividere alcune proposte; a seguire e fino alle 18, l’incontro tra il Collettivo D20 e gli studenti del liceo artistico “Arturo Martini” di Schio per approfondire in un workshop il progetto “Deus Ex Fabrica”. Chiusura, dopo la performances, con un aperitivo offerto al pubblico.